Smantellata rete dello spaccio di coca ed eroina: 9 arresti. La droga riforniva Saione, Campo di Marte e Guido Monaco
Una vasta operazione anti droga su scala interregionale - con cuore ad Arezzo - è scattata alle prime ore di questa mattina. Dall'alba i carabinieri della compagnia di Arezzo si sono messi all'opera portando a compimento arresti, perquisizioni...
Una vasta operazione anti droga su scala interregionale - con cuore ad Arezzo - è scattata alle prime ore di questa mattina.
Dall'alba i carabinieri della compagnia di Arezzo si sono messi all'opera portando a compimento arresti, perquisizioni e sequestri tra Arezzo, Firenze, Prato, Castiglion Fiorentino e Casaluce (in provincia di Caserta).
Le ordinanze di custodia cautelare, nove in tutto, sono state emesse dal tribunale di Arezzo.
Si è dato esecuzione - spiegano i carabinieri di Arezzo - a una vasta operazione antidroga finalizzata a contrastare l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti in città e a smantellarne le piazze di distribuzione.
I blitz sono scattati con il supporto dei militari del reparto territoriale di Aversa, della compagnia di Cortona e di 2 unità cinofile del Nucleo di Firenze.
L'indagine
L'indagine è scattata nel luglio del 2015 e ha permesso di ricostruire una rete formata da tunisini, algerini e italiani che alimentava più piazze dello spaccio nel capoluogo: a Saione, a Campo di Marte e in Guido Monaco. Al centro delle trattative cocaina ed eroina destinata a circa 120 assuntori abituali: i militari hanno documentato circa mille cessioni di sostanze stupefacenti.
L’indagine - spiegano i militari aretini - ha disvelato inoltre le rotte di provenienza dei traffici illeciti. Si è appurato così che gli indagati raggiungevano, con cadenza periodica, un individuo di nazionalità nigeriana domiciliato nell’agro aversano, risultato fornitore di ingenti quantitativi di cocaina ed eroina. Il trasporto dalla Campania ad Arezzo dello stupefacente avveniva tramite corrieri che celavano gli ovuli contenenti le sostanze nella cavità rettale o attraverso l’ingestione e si spostavano utilizzando il treno, considerato a basso rischio di controlli da parte delle forze dell’ordine. Questi espedienti hanno più volte messo in pericolo di vita gli stessi spacciatori che in alcuni casi, per la perforazione degli ovuli, hanno dovuto ricorrere a urgenti cure da parte dei sanitari.
Anche le mogli coinvolte
L’estrema capacità a delinquere degli arrestati è stata dimostrata inoltre dalla continuità nell’attività di spaccio proseguita anche durante il regime di arresti domiciliari e dal coinvolgimento, in due casi, delle mogli, con le quali costituivano di fatto nuclei familiari totalmente dediti allo smercio dello stupefacente.
La scalata del potere
L’indagine, benché relativa a fatti reato commessi in concorso, ha disvelato l’evoluzione dei rapporti e degli equilibri tra gli arrestati. Infatti, alcuni di questi, inizialmente con mansioni esecutive, a seguito di arresti, hanno tentato di gestire il traffico in prima persona proponendosi quali referenti locali esclusivi per il fornitore in provincia di Caserta.
I sequestri
Stamani sono stati ritrovati e sottoposti a sequestro ulteriori quantitativi di sostanze stupefacenti e contante per 26.400 euro, ritenuto provento dell’attività di spaccio.
In carcere
Dopo il fotosegnalamento, 5 arrestati sono stati condotti nelle case circondariali di Arezzo, Prato, Firenze Sollicciano e Santa Maria Capua Vetere, 2 sottoposti agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di dimora.
@MattiaCialini