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Cronaca

"Urla, spintoni e sputi per non pagare il biglietto del treno"

La denuncia del segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni: "Aggressioni frequenti e gravi. Occorre sperimentare la presenza di due capitreno in turno sullo stesso convoglio oppure una squadra di controlleria"

Sperimentare per almeno sei mesi, sulle direttrici ferroviarie più a rischio, dopo le ore 21, la presenza di due capitreno in turno sullo stesso convoglio oppure una squadra di controlleria per la verifica dei biglietti. E’ la richiesta che il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, rivolge a Trenitalia, alla luce di una situazione “bruttissima” a causa di “sempre più frequenti aggressioni ai lavoratori.”

“Una problematica – dice Boni - che riguarda in generale il settore trasporti: aggressioni verbali e fisiche, molestie e violenze che si verificano prevalentemente su treni e autobus ma anche in stazioni, parcheggi o lungo i percorsi per recarsi al dormitorio. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescendo, nonostante gli episodi ‘censiti’ siano diminuiti perché tante situazioni non sono catalogate come ‘aggressioni’ in quanto non hanno avuto conseguenze fisiche tali da aprire un infortunio: nel 2018 ad esempio sono state 180.”

“Ma anche questi episodi, rimasti nell'ombra o semplicemente non denunciati – spiega il segretario Fit - segnano i lavoratori e accrescono la sfiducia verso l’azienda e il Paese, per la consapevolezza dell’impunità, quasi sempre, degli aggressori.”

“In questi mesi post-lockdown, in cui si sta cercando di tornare alla normalità, la situazione si è ulteriormente deteriorata: sono all’ordine del giorno aggressioni verbali, urla, spinte, strattonamenti, sputi, tanto più gravi in tempo di pandemia, perché semplicemente non si vuole pagare il biglietto. Episodi che non fanno notizia, perché magari non ci sono feriti e quindi non vengono registrati e tante volte neanche denunciati, ma che restano estremamente gravi. I lavoratori si sentono abbandonati da Trenitalia, che continua a non considerare il capotreno come una persona ‘in prima linea’, perché evidentemente non ha capito quello che sta succedendo sui treni e ordina di fare i controlli senza potenziare gli strumenti di sicurezza e di formazione, come se la situazione fosse tornata normale.”

“Nonostante l’istituzione della cabina di sicurezza regionale, con la partecipazione di tutte le prefetture della Toscana e delle aziende di riferimento, nonostante gli accorgimenti presi, non si riesce a normalizzare la situazione. Anche i finanziamenti previsti dalla Regione Toscana per la sicurezza sui treni e nelle stazioni (circa 400mila euro e la convenzione rinnovata per il 2020 ai corpi di pubblica sicurezza) non hanno fermato il fenomeno; Per il 2020 sono stati previsti ulteriori 350mila euro dalla Regione Toscana per il progetto 'MuoversinToscana più sicuri' che, in collaborazione con Trenitalia, prevede l’istituzione di punti di assistenza alla clientela e squadre itineranti di addetti alla sicurezza, che non hanno dato i risultati sperati.

“Da qui – conclude Boni – le nostre proposte a Trenitalia: sperimentare il doppio capotreno o le squadre di controlleria; dotare tutto il personale di strumenti per prevenire il contagio, a partire dalle mascherine FP2 da indossare sempre; dotarsi di app per il controllo e la verifica del sopraffollamento e per facilitare la comunicazione tra capotreno e forze dell'ordine; un’indennità economica specifica che premi il personale in prima linea".

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