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Cronaca Centro Storico / Piazza Amintore Fanfani

20enne aggredita da uno sconosciuto con un taser. La storia di Giulia: "Non andate in giro da sole"

L'episodio è quello accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi all'interno del parcheggio Cadorna. Qui un uomo è salito a bordo dell'auto dove si trovava la ragazza e l'ha ferita con un taser

“Non andate in giro da sole. Neppure se dovete percorrere 20 metri. Rimanete in gruppo perché, purtroppo, in giro c’è gente davvero pericolosa”. Le parole di Giulia (nome di fantasia) sono quelle di chi ha vissuto un’esperienza che mai avrebbe immaginato. Lei, aretina poco più che ventenne, si è trovata protagonista suo malgrado di un episodio terribile, spaventoso, di quelli che lasciano un profondo segno addosso. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi è stata aggredita all’interno del parcheggio Cadorna. Uno sconosciuto le ha puntato al collo un taser e lo ha ripetutamente usato nel tentativo, forse, di stordirla o di farle perdere i sensi. “Ero in centro con il mio ragazzo - racconta - ci siamo diretti verso la Cadorna dove avevo lasciato la macchina. Il mio fidanzato mi ha salutata a pochi metri dall’auto ed è andato verso via Porta Buja dove aveva parcheggiato lui. Io ho raggiunto la vettura, l’ho aperta e sono salita. Qualche istante dopo essermi seduta al posto di guida ho visto un’ombra davanti al finestrino destro. Ho creduto che fosse il mio ragazzo tornato indietro per qualche motivo. Poi la portiera si è aperta e al mio fianco c’era un uomo. 40 anni circa, italiano, niente mascherina sul volto. Mi ha subito puntato al collo un taser e poi ha premuto sull’accensione. Io indossavo un maglione a collo alto e dunque non è riuscito a farmi perdere i sensi. Non ha detto una parola ma quando ha visto che vicino alla mia auto c’erano altre persone è sceso prendendo con sé la mia borsa”. Ancora sconvolta e stordita dall’accaduto Giulia ha trovato la forza di scendere iniziando a gridare aiuto. “Altri ragazzi che erano lì, su mia richiesta, hanno iniziato ad inseguirlo - spiega - lui ad un certo punto si è voltato e mi ha tirato contro la borsa gridando “tieni figlia di troia”. Poi è fuggito via. Alcuni hanno tentato di raggiungerlo ma poi, visto che io non stavo per niente bene, si sono occupati di me”. Poco dopo sul posto è intervenuto personale sanitario e Polizia di Stato. A Giulia sono state riscontrate delle ustioni sul collo ma, fortunatamente, nessuna ferita è risultata particolarmente grave. L’indomani è andata in questura dove ha sporto denuncia raccontando agli agenti della squadra mobile quanto accadutole. “Sono stati tutti davvero molto sensibili - spiega - mi hanno ascoltata con attenzione senza tralasciare alcun particolare. Mi hanno mostrato le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Ho rivisto alcuni momenti di quella notte ricostruendo alcuni dettagli che avevo rimosso”. Al momento gli inquirenti stanno lavorando per cercare di risalire all’identità dell’aggressore. Il reato ipotizzato è quello di rapina anche se i contorni dell’accaduto sono inquietanti e la violenza usata nei confronti della ragazza sconvolgente. Hanno lasciato un segno profondo nella vittima. “Non so chi sia. Non mai visto quest’uomo prima della scorsa notte. Ho in mente la sua faccia ma non è quella di una persona che conosco”. Dalla borsa di Giulia quella notte non è stato asportato nulla. Né denaro, né cellulare. Un dettaglio che inevitabilmente porta con sé molte domande e che, forse, più di altri, spaventa riguardo quelli che avrebbero potuto essere i risvolti dell’episodio. “Non riesco a darmi una spiegazione. Non so cosa volesse questa persona da me. Nel tempo che è rimasto in auto non ha detto una parola. Ha solo usato il taser più volte ma non ha mai parlato. La sua voce l’ho sentita solo quando sono scesa dopo che mi ha gettato la borsa contro”. Una vicenda terrificante che Giulia ha scelto di raccontare anche sui social. “Ho scritto un post nella speranza che possa essere un monito per tutti - continua - State attenti e vigili, non voglio mettere paura a nessuno ma vi prego prestate attenzione. Non abbiate pregiudizi sugli stranieri perché, purtroppo, c’è gente pericolosa di qualsiasi etnia e età. Io oggi durante le ore diurne riesco a stare bene ma di notte mi sento male. Faccio incubi e ho paura del buio. Questa vicenda ha lasciato proprio ‘un bel segno’ su di me. Quest’uomo avrebbe potuto benissimo essere mio padre. Una persona come tante altre, ordinaria. Ed è questo il punto. Purtroppo non sappiamo mai chi si cela dietro un aspetto comune”.

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