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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Undicenne picchiata dal branco: "Mia figlia adesso ha paura, vuole andarsene da Arezzo". Le indagini

Il racconto della mamma: "Giorni di minacce poi l'appuntamento e l'aggressione. Non deve più accadere a nessuna bambina". Identificate numerose ragazzine: hanno tutte tra i 13 e i 14 anni. Alcune rischiano conseguenze penali

"Mia figlia non dorme più, non mangia, vuole andare via da Arezzo. Ha paura anche quando noi genitori usciamo di casa, perché teme che ci accada qualcosa". Sono parole cariche di dolore e amarezza quelle pronunciate dalla mamma dell'11enne che è stata aggredita e picchiata sabato scorso in piazza Fanfani (ex Cadorna) da un gruppo di giovanissime. Ad alcune ore dal violento episodio, balzato tristemente agli onori delle cronache nazionali e raccontato anche sul programma di Rai Due "Ore 14", le indagini proseguono e la donna ha deciso di parlare dei retroscena della vicenda "Perché né a mia figlia né a nessun'altra bambina - ha detto ad Arezzo Notizie - capiti più una cosa del genere". 

L'incontro per un chiarimento

"Mia figlia, accompagnata da un'amica, doveva incontrarsi con due ragazzine per un chiarimento - ha raccontato la donna -. Da tempo riceveva minacce per aver risposto a un messaggio di un ragazzino, pare un ex fidanzatino di una delle giovanissime che l'ha aggredita. Lei voleva spiegare che non era successo nulla, per questo ha deciso di andare all'appuntamento. Le avevano assicurato che si sarebbero solo parlate, che poteva stare tranquilla. Ma quando è arrivata in piazza Fanfani, insieme alle due c'erano altre ragazze che si sono avvicinate e le hanno detto di seguirle in un lato della piazza. Qui si è trovata di fronte una marea di persone". 

Stando a quanto ricostruito fino ad ora, ci sarebbe stato un tam tam tra i ragazzini che, con una serie di messaggi, si sarebbero dati appuntamento alla ex caserma Cadorna. In tutto, in quello spicchio di piazza, c'erano tra i 30 e i 40 giovanissimi. Le telecamere di videosorveglianza del Comune di Arezzo hanno ripreso tutta la scena. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti - sulla vicenda indaga la Squadra Mobile coordinata dal dirigente Sergio Leo - sono stati oltre 30 interminabili minuti di paura quelli vissuti dall'11enne. In questo lasso di tempo si sono consumati due episodi molto violenti, ognuno della durata di alcuni minuti, nei quali la ragazzina è stata malmenata. Un'aggressione perpetrata da meno di dieci giovanissime - tutte tra i 13 e 14 anni - alla quale però hanno assistito in molti, senza nemmeno alzare un dito. Ed è proprio questo l'aspetto che ha lasciato basiti anche gli investigatori: il mancato intervento da parte dei tanti ragazzi che stavano guardando come se assistessero a uno spettacolo.  

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La ricostruzione degli inquirenti

Ma cosa si vede dalle telecamere di sorveglianza? I filmati sono a disposizione della Polizia e sul contenuto c'è uno stretto riserbo. Quello che però appare chiaro è che all'inizio le ragazzine si sono avvicinate per parlare poi è iniziata la pioggia di calci e pugni. Nel giro di qualche minuto sembrerebbe essere tornata la calma. L'11enne però non si era allontanata: forse non era riuscita a farlo, visto che si trovava in un angolo senza vie di fuga, o forse ha pensato che avrebbe potuto tentare ancora di uscire da quella brutta situazione parlando. Invece poco dopo l'aggressione si è ripetuta. 

"Mia figlia - spiega la mamma - ha visto un video che circola sui social e mi ha detto che quello era solo l'inizio. E' distrutta, ha paura. Si chiede perché persone che nemmeno conosce l'abbiano picchiata. Adesso lei è chiusa in casa, prende antidolorifici e cerca di curare le ferite, mentre ci sono alcune ragazzine che stanno continuando a prendersi gioco di lei, deriderla e offenderla su Instagram".

Intanto la Polizia sta portando avanti le indagini: sono state identificate numerose ragazzine. Hanno tutte tra i 13 e i 14 anni. Alcuni sono non imputabili, per altre invece potrebbero esserci risvolti penali. Gli inquirenti stanno cercando d'individuare le responsabilità, tenendo conto di chi ha compiuto l'aggressione ma anche di chi, pur non avendo alzato un dito, incitava alla violenza. Tutto è stato segnalato al Tribunale dei Minori di Firenze. 

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