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Cronaca

Una città vicina alla sua casa di riposo. Da Porta del Foro: "Stretti a voi, non sentitevi soli"

L'Asp Fossombroni è stata duramente colpita dal Covid in questo 2021. Quattro le vittime tra gli ospiti

Messaggi di vicinanza, di solidarietà, di incoraggiamento. Ne arrivano tanti agli operatori e ai vertici della casa di riposo Vittorio Fossombroni del Comune di Arezzo, affettuosamente chiamata sempre con il suo nome storico Pia Casa.

Dopo aver lasciato fuori dalle mura della sede di piazzetta Faenzi la prima ondata di contagi da coronavirus, adesso è nel pieno di un focolaio di Covid. Perché questo si insinua e si annida dove la fragilità cerca di proteggere i suoi equilibri e lo fa senza guardare in faccia nessuno, nonostante i controlli, le procedure, i protocolli e i dispositivi. E colpisce duro. Tanto che in pochi giorni sono salite a 4 le persone contagiate che sono decedute. Intorno a tutto questo però c'è un amore antico che la città di Arezzo ha per la sua casa di riposo, per gli anziani ospiti e per ciò che quelle mura e quelle stanze hanno da sempre rappresentato. E viene testimoniato quotidianamente alla neo presidente Debora Testi e al direttore Stefano Rossi, fortemente coinvolti in questa situazione e comunque avvolti da tanto affetto.

"Non sentitevi soli"

Esempio di tutto questo moto di apprensione e di estrema vicinanza, con la voglia di pensare a quando sarà possibile tornare a fare festa nel giardino della struttura c'è il messaggio di Porta del Foro, da sempre una delle realtà più vicine, anche per territorio di appartenenza, all'Asp Fossombroni:

Il Consiglio e tutto il Popolo di Porta del Foro, appreso del momento così difficile che stanno passando ospiti ed operatori dell’Asp CasaPia Vittorio Fossombroni si vuole stringere a voi con un abbraccio ideale per farvi sentire con forza tutto il nostro affetto. Appena sarà finita questa terribile situazione, torneremo a trovarvi per tornare a ridere, scherzare, cantare, mangiare con voi per festeggiare la ritornata normalità. Vi siamo vicini e vi vogliamo bene: non sentitevi soli. Un abbraccio da Porta del Foro.

I contagi, i controlli e le tristi notizie

Il primo caso è stato riscontrato il 23 gennaio su un'operatrice asintomatica risultata positiva. Cinque giorni dopo tre anziani ospiti sono stati ricoverati per sintomi influenzali dovuti al coronavirus all'ospedale San Donato di Arezzo. Venerdì 29, i risultati dei tamponi molecolari scattati per il controlli hanno evidenziato altri 14 ospiti positivi. E' il primo febbraio quando arriva un'altra ondata di contagi: 16 nuovi casi accertati e il decesso di un'anziana di 79 anni risultata positiva al Covid, già con gravi patologie respiratorie e deceduta in struttura per un arresto cardiaco.

Con 36 ospiti in carico ma contagiati e 18 operatori positivi, il 2 febbraio scatta il piano della Asl che decide di spostare gli anziani nelle cure intermedie allestite ad Agazzi e a Pescaiola presso la struttura di Koiné. Il 4 febbraio i tamponi rilevano altri due casi di contagio, e il giorno successivo un ospite accusa sintomi e viene trasportato in ospedale dove il tampone evidenzia la presenza di coronavirus. Venerdì 5 febbraio altro ciclo di risultati di tamponi su coloro che erano risultati negativi: tra gli ospiti 32 non sono colpiti dalla malattia e 7 invece sì, tra cui una donna che ha dovuto ricorrere al ricovero in ospedale. In questo momento i positivi della Casa Pia sono 46.

Domenica 7 febbraio la brutta notizia di un decesso: un 84enne con gravi patologie morto in ospedale. Giornata molto triste anche quella di ieri: due ospiti di 69 e 82 anni non ce l'hanno fatta, erano risultati positivi al virus ed erano stati ricoverati all’ospedale San Donato. 

In queste ore sono attesi invece i risultati dei quarantanove dipendenti rimasti operativi all’interno della Casa Pia che ieri si sono sottoposti in accordo con la Asl Toscana Sud-Est ai tamponi molecolari al drive-through di Indicatore. Sono invece ancora 15 gli operatori socio sanitari ancora in isolamento domiciliare dopo essere risultati contagiati.

Insomma una situazione in continuo divenire, che preoccupa, ma che è avvolta anche da tanto affetto. Non resta che attendere che la sanità e il tempo facciano il suo corso ribadendo a tutti i coinvolti, dagli operatori ai familiari delle vittime: "Non sentitevi soli".

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