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Stavolta la recensione la merita il pubblico teatrale...

Ieri pomeriggio, domenica, ho assistito a uno spettacolo tenutosi al teatro Dovizi di Bibbiena. Quelli di De Andrè e la Filosofia, con Simone Zacchini (insegnante universitario di filosofia e pianista) in testa, hanno proposto un'ora e mezza di...

Ieri pomeriggio, domenica, ho assistito a uno spettacolo tenutosi al teatro Dovizi di Bibbiena. Quelli di De Andrè e la Filosofia, con Simone Zacchini (insegnante universitario di filosofia e pianista) in testa, hanno proposto un'ora e mezza di godibili musica e riflessioni, anche filosofiche, con al centro le canzoni di De Andrè e le musiche di Nietzsche (ebbene sì, anche lui è stato musicista). Il tutto in relazione al rapporto tra i due autori e l'universo femminile.

Spettacolo per niente noioso e anzi capace di giocare coi ricordi dei presenti in modo da coinvolgerli in un viaggio forse non linearissimo, ma attraente e brillante.

Durante il concerto commentato, di fronte a un pubblico numeroso che ha riempito il Dovizi in ogni ordine di posti e anche oltre, non sono stati pochi gli spettatori che non hanno saputo rinunciare ai contatti telefonici (per quanto silenziati) o che hanno chiacchierato tra loro rimembrando o canticchiando (male e fastidiosamente) durante l'esecuzione dei pezzi in programma.

C'è stato anche chi si è lamentato degli intermezzi parlati tra un gruppo di brani e l'altro, e questo nonostante che fossero interessanti, indispensabili alla piena comprensione del progetto e siano stati contenuti in meno di cinque minuti ciascuno.

Alla fine lo spettacolo ha avuto davvero successo e la totalità dei presenti ha rivolto applausi scroscianti a chi era sul palco (gradendo anche i godibili bis fuori tema), ma resta in me l'amara constatazione che l'educazione al teatro stia pian piano lasciando il posto all'incapacità di mantenere la concentrazione e al "comportarsi molto liberamente", magari infastidendo anche chi si sforza di partecipare in doveroso/voluto silenzio.

La presenza in teatro richiede educazione e occorre comprendere che i social media possono aspettare due ore fuori dalle sale senza che il mondo si disperi per la nostra assenza temporanea.

Spettacolo 8, pubblico 6--

Dal loggione si osserva meglio...

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Stavolta la recensione la merita il pubblico teatrale...

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