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Ami i dolci o adori il salato? Il cibo racconta chi siamo: ecco in che modo

È la narrazione di ciò che siamo, da dove veniamo e come ci comportiamo. Il cibo mostra evidentemente chi siamo, sia nel lato positivo sia negativo

Il cibo ha un legame profondo con la vita e le sue infinite declinazioni. Non solo nutre e aiuta lo sviluppo e la sopravvivenza ma narra di emozioni che si annidano nell’anima di ciascuno di noi. Biologicamente siamo legati all’altro attraverso il nutrimento. L’embrione e il feto si sviluppano grazie al nutrimento della corpo della madre che accoglie nel suo grembo la nuova vita, poi, una volta giunta nel mondo è sempre lei che permette lo sviluppo e la soddisfazione dei bisogni primari. In psicologia la vecchia scuola parla di “seno buono” e “seno cattivo” proprio a indicare l’importanza di un nutrimento soddisfacente e adeguato per il bambino. La modalità di offrire quel cibo attraverso il seno materno getterà le basi della futura personalità dia quella creatura.

Il legame tra cibo e persona altra da sé è fondamentale per la sopravvivenza. Il cibo abbraccia la cultura di un popolo, ne evidenzia la struttura sociale e la sua storia.

È la narrazione di ciò che siamo, da dove veniamo e come ci comportiamo. Il cibo mostra evidentemente chi siamo, sia nel lato positivo sia negativo.

Il cibo lo includiamo all’interno di noi, lo trasformiamo in energia vitale e nutrimento per le nostre cellule, e per questo diventa espressione del nostro rapporto con il corpo, il mondo e soprattutto la nostra psiche.

Così quando ci apprestiamo a consumare un pasto la modalità con cui ci poniamo verso il cibo narra chi siamo e come le nostre emozioni vivono in ciascuno di noi.

Possiamo individuare soggetti che amano il salato o persone che non potrebbero fare a meno del dolce, soggetti che gustano il cibo mangiandolo con il giusto tempo gustando ogni boccone e altre persone che lo divorano senza assaporare nulla tanto da non ricordarsi neppure quello che hanno mangiato. Tutto questo evidenzia il carattere delle persone, la loro storia emotiva e psicologica. Possiamo pensare che il cibo e la modalità con cui ci nutriamo è come una fotografia istantanea sulla personalità.

Coloro che amano di più i cibi dolci hanno un carattere disponibile e collaborativo. Esiste un “effetto bontà”, ovvero chi non rinuncia a un pezzetto di cioccolato è più disponibile rispetto a chi mangia un cibo salato. 

I soggetti “dolci” amano i pasticcini, le torte e i dessert, sono più emotivi e propensi ad avere cura degli altri, al contrario i soggetti “salati”, ghiotti di pasta, pizza e cracker, hanno un carattere estroverso e indipendente.

Possiamo anche affermare che esiste una stretta correlazione tra la modalità di fare acquisti al supermercato e una determinata personalità, così come il modo in cui le persone mangiano (voracemente o meno) è un primo indizio di come fanno l'amore.

Un’emozione che si evidenzia nella modalità di mangiare è l’aggressività che a tavola può essere espressa in varie modalità: rifiuto del cibo, abbuffate o digiuni come attacco verso i genitori.

Ultimamente si è aperto un nuovo filone rispetto alle varie tendenze più o meno salutiste, tant’è che vengono ritenuti “buoni” (vegetariani o ipocalorici) più morali, intelligenti e attraenti; chi, invece, sceglie alimenti “cattivi” (ad alto contenuto di grassi o insalubri) immorali, meno intelligenti e poco attraenti.

Sembra aver fatto un passo indietro al tempo in cui Melanie Klein parlava del già citato “seno Buono, seno cattivo”!

Quindi ricordatevi sempre che il cibo è vita, racconta la nostra storia, la nostra esperienza e il nostro vissuto.

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