rotate-mobile
ArezzoNotizie

ArezzoNotizie

Redazione

Si o No a che cosa?

Non si sa più, e forse non si è mai saputo bene, su che cosa si debba votare domenica prossima. Una sola cosa è chiara, cioè che la riforma costituzionale proposta dal governo e concordata con le forze (o debolezze) politiche che danno indicazione...

Non si sa più, e forse non si è mai saputo bene, su che cosa si debba votare domenica prossima. Una sola cosa è chiara, cioè che la riforma costituzionale proposta dal governo e concordata con le forze (o debolezze) politiche che danno indicazione di votare SI, domenica sarà definitivamente adottata se vinceranno proprio i SI, oppure naufragherà malamente nel caso che siano in maggioranza i NO. Questo accadrà qualsiasi sia il numero dei votanti, indipendentemente, cioè, dal raggiungimento di un quorum che in questo caso non c'è.

Matteo Renzi ci ha messo abbondantemente del suo nel complicare le cose, visto che all'inizio di un'estenuante campagna elettorale ha dichiarato solennemente che in caso di vittoria del NO si sarebbe dimesso, salvo poi tardivamente ricredersi per tornare nuovamente sui suoi passi nelle ultime settimane.

Ovviamente il SI e il NO hanno così assunto un valore diverso da quello iniziale e il merito della riforma è passato in secondo piano.

Ma proprio quello del merito è un argomento importante, sopratutto per le conseguenze che può avere sulla vita democratica del nostro paese e sul funzionamento delle istituzioni. Non starò qui a scrivere un pamphlet sulla riforma; mi limiterò invece a far notare che si tratta di una modifica che non è certo riassumibile con le parole del quesito posto nella scheda elettorale.

E' infatti tutto da dimostrare che i rapporti tra le camere e l'iter di approvazione delle leggi saranno semplificati in caso di applicazione della riforma (si legga il solo articolo settanta per comprenderlo), ed è altrettanto vero che le questioni sulle quali ci si dividerà alle urne sono varie e difficili da riassumere in un SI o un NO.

Sono infatti molti coloro che condividono buona parte della riforma, ma sono nettamente contrari ad altri aspetti della medesima.

Un SI o un NO si prestano a questioni semplici e chiare, non certo complesse come questa. Se si fosse prevista l'abolizione del senato in toto i sì avrebbero vinto a mani basse, ma la strada trovata per cambiare quella camera è cervellotica e pone oggettivamente il dubbio se sia il caso di accettare o meno che buona parte dei senatori futuri siano nominati di fatto dai partiti (che tra l'altro non esistono più, o giù di lì) e che il ruolo del senato sia diverso a seconda dei voleri di una minoranza dei senatori.

Chi è contrario all'abolizione del CNEL? Nessuno, certo.

Chi non concorda con un risparmio dei costi della politica? Nessuno, certo.

La confusione è evidente e come minimo si sarebbe dovuti ricorrere a più quesiti. E' ovvio che così stando le cose l'attenzione si sposti sulla questione che riguarda il governo Renzi.

Voto NO perché si dimetta insieme al suo governo, oppure voto SI perché rimanga al suo posto. Ecco un classica e chiara situazione da SI o NO.

Naturalmente nemmeno questo sarà così scontato. Infatti c'è già chi pensa che in caso di vittoria del NO Renzi si dimetterà, ma il presidente Mattarella lo reincaricherà...

vedremo lunedì come saranno andate le cose, ma forse non dovevamo essere messi di fronte a una simile scelta.

Semplicemente riforme del genere avrebbero bisogno di essere largamente condivise da un parlamento legittimato a farle. Questa non è largamente condivisa e il parlamento attuale ha il grave difetto di essere stato nominato con una legge elettorale che si chiama Porcellum, tra l'altro bocciata dalla Consulta.

A votare bisognerà andarci, anche perché questo è il classico caso in cui chi si astiene oggi domani non potrà lamentarsi; ma che fatica...

quesito-referendum

Si parla di

Si o No a che cosa?

ArezzoNotizie è in caricamento