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Venerdì, 19 Aprile 2024
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San Leo - Quando la sentenza è giusta, ma non fa giustizia

In questi giorni si è tornati a parlare dell'incidente che provocò la morte di madre e figlia a San Leo di Arezzo, incidente figlio dell'alcool che annebbiava la mente e la vista di chi passava di lì con un mezzo di quelli in uso a chi non ha la...

In questi giorni si è tornati a parlare dell'incidente che provocò la morte di madre e figlia a San Leo di Arezzo, incidente figlio dell'alcool che annebbiava la mente e la vista di chi passava di lì con un mezzo di quelli in uso a chi non ha la patente di guida, nel caso specifico già ritirata.

L'autista/omicida venne condannato in primo grado a nove anni di reclusione e nei giorni scorsi, in appello, la pena è stata ridotta a circa 5 anni.

A San Leo si è svolta una marcia silenziosa e civile per sottolineare l'ingiustizia di un simile trattamento per il colpevole di un crimine così grave.

Ma come ha spiegato l'avvocato Giorgetti, legale del marito/padre delle vittime, sulla sentenza in sé non c'è niente da dire, visto che è stato presentato il ricorso e che l'imputazione era quella di omicidio colposo. Si dà il caso, infatti, che l'incidente in questione si sia verificato poco prima dell'introduzione del reato di omicidio stradale, che di certo si attaglia meglio al caso di specie.

Quindi eventualmente a non essere giusta o adatta al caso era la legge, non le sentenze che ne sono derivate. Non è un caso, infatti, che sia stato introdotto il reato di omicidio stradale.

E' importante sottolineare questo fatto, perché sempre più spesso si tende a contestare l'operato di giudici e magistrati, ma nel 99,9% dei casi questi compiono, più o meno a malincuore, soltanto il loro dovere nel rispetto delle leggi.

Comprensibili le ragioni della marcia, che ha visto a capo del corteo il sindaco e il vice sindaco di Arezzo, meno le contestazioni ai giudici.

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