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Renzi che porta il PD nel baratro

Dopo qualche anno dal suo boom politico era riuscito ad avere la maggioranza internamente al PD, ma era accaduto proprio quando il partito stava crollando fra la delusione di quanti lo avevano seguito ai tempi della rottamazione. Gli italiani...

Dopo qualche anno dal suo boom politico era riuscito ad avere la maggioranza internamente al PD, ma era accaduto proprio quando il partito stava crollando fra la delusione di quanti lo avevano seguito ai tempi della rottamazione.

Gli italiani non cercavano un partito moderato che desse un colpo al cerchio e uno alla botte (Marchionne e ex proletari); stavolta volevano qualcosa di dirompente, che rompesse in maniera forte e inequivocabile con un passato politico che aveva prodotto l'insicurezza, la povertà e la precarietà di molti italiani.

E' proprio nella scarsissima fiducia nel futuro e nella paura dell'immigrazione-invasione (molto indotta ad arte, per la verità) che va inquadrato il crollo del PD.

E quel PD mai veramente unito e oggi crollato porta la targa di Renzi, il quale lotta per la leadership interna senza accorgersi (o forse sì, ma sarebbe grave) che il suo tempo e quello del suo PD è già finito. Potrà magari risorgere, chissà quando e in quale forma, ma oggi è finito, lui come il suo amico-nemico Berlusconi.

I veri rottamatori globali sono stati individuati e fino a che non produrranno danni gravi e tangibili avranno il favore degli italiani.

E le lotte interne al PD (vedi assemblea nazionale dei giorni scorsi) sanno di scontri tra zombie dove si usano ancora termini e formule del tutto inefficaci (il segretario provvisorio Martina: "sogno un partito che sia una grande orchestra...").

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