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Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

Il tradimento in ufficio e come rompere lo schema tossico

Il capo, libero e affascinante, rischia di essere una tentazione. Ma occhio alle trappole

La segretaria innamorata del capo è uno stereotipo vecchissimo. Un cliché che ha attratto l’immaginario di letterati, poeti, registi, sceneggiatori.

L’amore in ufficio è tradimento consumato come un sorso di caffè. È un modo per riempire il tempo dedicato al lavoro in maniera gradevole.

Un amore consumato come un lapis che ha un epilogo tipico delle cartelline archiviate nel pc di cui dopo poco ne dimentichiamo il contenuto. Si prende. Ci si gioca. Si consuma e, poi, termina come qualsiasi cosa senza significato.

Cosa fa nascere l’amore in ufficio?

La maggior parte della vita delle persone è giocata all’interno di uffici, di spazi lavorativi, di luoghi dove si passano 8/9 ore continuative.

Ci sono i colleghi, le colleghe con cui condividere le pause. I caffè. I discorsi, cui confidare le preoccupazioni e non solo. In questi momenti può prendere vita l’amore in ufficio.

Fuga? Rilassamento? Voglia di evadere? Bisogno di aggrapparsi a qualcosa o qualcuno? Rottura della quotidianità? Bisogno di esserci nello spazio dell’altro?

Senza togliere nulla al piacere di amoreggiare, in ufficio questo s’arricchisce di molte variabili rendendo le giornate lavorative più fluide. Meno pesanti.

Se a questo si unisce la voglia di fare carriera è facile far ricadere lo sguardo sul capo. Un sorriso languido. Un respiro che lascia ipotizzare altro. Il gioco è fatto. Catturato nella tela.

Sex appeal alle stelle. Corteggiamento servito su un piatto d’argento. Cedere alla tentazione dell’illecito è un gioco da ragazzi.

Quando la relazione è clandestina, non contempla coinvolgimenti sentimentali. È solo un momento di svago. Un momento di leggerezza che non lascia strascichi. L’ufficio si presenta come una grande risorsa.

L’interesse nasce in sordina. La seduzione inizia: ti prendo, ti lascio, ora sì, domani no, vediamo. Il "sono io a decidere" arricchisce la tentazione.  

Amori, questi, che nascono e muoiono in brevissimo tempo a meno che...l ’occhio e l’interesse non si fermi sull’uomo maturo, dall’aspetto accattivante, con il fascino del bel seduttivo.

Il capello lungo un po’ brizzolato. Abbigliamento impeccabile. Accessori glamour. Il fascino dell’uomo vincente. Libero. Quante donne possono essere attratte dal capo che ha centrato la sua vita sulla carriera, saltando di avventura in avventura, fino a quando giunto a un’età matura, ha ancora tanta voglia di divertirsi senza fermarsi?

E magari credono di poterlo irretire con la fresca età di un corpo sinuoso e giovanissimo. Non fanno i conti con altre caratteristiche che contraddistinguono questo genere di uomini. Regola essenziale: “mai farsi catturare da una donna!”.

L’uomo di successo rappresenta nell’immaginario delle giovani donne il soddisfacimento di bisogni. Benessere. Possibilità di avere tutto a portata di uno schiocco di dita. Non si tiene conto di variabili che possono giocare un peso importante.

Lui è il Sé Ideale. Nutre tutte le aspettative esteriori. Nulla e nessuno potrà demolire questo ideale.  Sono amori, o meglio infatuazioni a senso unico, dove il principe azzurro non ricambia affatto o al contrario se ricambia è solo per passare qualche serata leggera all’insegna del divertimento. 

Il rischio per una donna è proiettare sull’altro una gamma di aspettative. Una mole enorme di bisogni insoddisfatti. Diverse parti di sé. Il risultato è quello di caricare sull’altro compito che non gli competono e che non è in grado di assolvere, oltre a caratteristiche che non gli appartengono.

È attualizzato un copione di fallimento emotivo che va a confermare decisioni prese nel periodo infantile. Sono relazioni fugaci. Iniziano spesso con un colpo di fulmine. Vissute perché prive di un reale interesse dall’altra parte.

Ci si avvicina all’uomo di successo per colmare parti vuote di sé vivendo di luce riflessa. Una modalità vampiresca. La donna vive il suo successo nel momento in cui ha il potere di avere per sé l’uomo di successo. Non c’è amore verso di lui.

L’amore è esclusivamente giocato verso sé stesse e il nutrimento delle proprie parti insoddisfatte.

Riuscire a conquistarlo significa essere la prescelta?

Assolutamente no! Meglio credere il contrario così il gioco si fa più illusorio.

Una parte di responsabilità è da attribuire anche all’altro soggetto che contribuisce scegliendo partner che ben s’adattano a un ego spesso narcisistico. Cercano ragazze passive, che non costituiscano un intralcio alla manifestazione del proprio Io smisurato; oppure a donne affascinanti e vincenti che confermano ancora una volta che lui può avere il meglio perché “è il meglio”.

Cosa si può fare?

La consapevolezza di sé e delle proprie risorse è parte essenziale. Quindi:

  1. Investire su se stesse. È importante stare bene con se stesse. Avere autostima. Cercare una relazione gratificante che non abbia le caratteristiche dettate da copioni ripetitivi perché andrebbe a rafforzare la svalutazione di sé.
  2. Aggrapparsi a una relazione insoddisfacente non porta da nessuna parte se non alla perdita totale della propria identità di persona.
  3. No all’impulsività. Questi amori nascono da un colpo di fulmine. Bisogna mantenere la lucidità di guardare all’insieme e non solo al momento poiché potrebbe essere davvero distruttivo per la persona.
  4. Rivedi le tue scelte. L’amore ha caratteristiche più profonde. Ha algoritmi particolari e suggestivi. Non bisogna mai perdersi ma essere consapevoli di ciò che desideriamo per la nostra vita.
  5. Ricordarsi sempre che l’amore è un’emozione pura, un progetto di vita che necessariamente va fatto in due. L’amore chiama l’amore laddove non è così è puro consumismo di pulsioni istintuali.
  6. Un gioco che serve per rompere la routine per coloro che non sono in grado di confrontarsi con il proprio partner comprendendo il momento che stanno attraversando.
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