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Venerdì, 19 Aprile 2024
Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

Scarsa autostima: gli 8 segnali da non sottovalutare

L’autostima è molto importante, è ciò che permette di organizzare il proprio essere persona. Se è bassa si va incontro a problemi. Ma ci sono rimedi possibili

Abbiamo affrontato tante volte il problema dell’autostima, lo abbiamo trattato da tante sfaccettature ma ogni volta ritorna a far capolino poiché, che si voglia o no, è alla base dello sviluppo della personalità e del benessere dell’individuo. L’autostima è ciò che permette di organizzare il proprio essere persona attraverso le categorie del riconoscimento di sé come persona capace di fare ed essere, oltre che riconoscere in maniera reale e autentica ciò che gli altri pensano. Spesso chi ha una bassa autostima tende non solo a svalutarsi ma anche a leggere i messaggi che arrivano dagli altri e dall’ambiente come non soddisfacenti e riconoscitivi. Così si apre la strada al circolo vizioso della svalutazione tanto che la persona si rinchiude all’interno di una trappola emotiva dove la stima di sé naufraga nel mare della malinconia e dello smarrimento. L’autostima determina la qualità delle nostre relazioni, le scelte che facciamo e, a dirla tutta, è determinante per l’intera esistenza. In quale maniera l’autostima può influenzare la nostra vita? Cosa c’entrano i nostri genitori?  

C’è chi sostiene, con tanto di ricerche scientifiche, che l’idea che la persona abbia ereditato l’idea che ha di sé stessa dai suoi genitori. Sappiamo che una bassa autostima, uno scarso senso di autoefficacia, riflette pensieri, convinzioni e credenze (a volte nascoste) che la persona ha su sé stessa. Spesso le credenze sono talmente implicite da funzionare in modo occulto. Infatti, l’idea che abbiamo di noi stessi l’abbiamo ereditata da qualcun altro e non ci appartiene davvero. Come si eredita? I nostri genitori possono trasmetterci questa idea attraverso il loro modo di accudirci, di aver cura di noi e dei nostri bisogni, lo stesso vale per l’ambiente e gli altri che possono essere ingabbiati da credenze che riversano nella relazione che instaurano con noi.

Può capitare di trovarsi nella situazione in cui prima siamo svalutati da un genitore che ci sottovaluta, successivamente confermata da un partner che ci tratta come una nullità o da colleghi di lavoro approfittatori. Questa situazione vissuta nel corso degli anni è una sorta di bomba atomica per l’autostima.

La fiducia in sé stessi è qualcosa che si eredita, l’autostima, infatti, non è un tratto a sé stante ma il risultato di un percorso che inizia presto, fin dal primo anno di vita. Sentirsi curati, protetti e amati senza condizioni ma accettati per quello che si è, è alla base di una sana autostima. Se durante l’arco dello sviluppo, la prima età adulta, il fidanzamento e il lavoro qualcosa va storto cosa accade? Semplicemente accade che la persona naufraga in un territorio vischioso dove tende ad autovalutarsi poiché il riconoscimento che ha avuto dagli altri non le ha offerto l’opportunità di riconoscersi persona capace.

L’autostima è determinante nella vita di ognuno di noi perché sono le nostre percezioni che plasmano la realtà. Che cosa indica una bassa autostima nella persona?

Gli otto indicatori della scarsa autostima

Ci sono degli indicatori che mettono in evidenza che la persona ha in sé un’esperienza autosvalutante ricevuta e vissuta nel corso del suo sviluppo e della sua vita e sono:

  1. La tendenza a compiacere
  2. Mettersi sempre in competizione per mostrare le proprie capacità
  3. Fare cose o vivere situazioni solo per mettersi in mostra non per il piacere di farle
  4. Non riuscire a mantenere delineati i propri confini ma creare confusione
  5. Avere un dialogo interno negativo e svalutante
  6. Avere attacchi di ansi e di panico
  7. Essere un indeciso cronico senza prospettive decisionali
  8. Mettersi in una situazione di sottomissione oppure agire in maniera prevaricatoria

Cosa fare per cambiare e ritrovare una buona autostima?

Non è semplice, ma possibile. Già il fatto di aver riconosciuto il problema è fare qualcosa. L’ideale sarebbe farsi aiutare, ma se ciò non è possibile porre molta attenzione ai vari eventi e valutare come vengono vissuti e come ci si comporta. Inoltre, nulla è immutabile, la consapevolezza dei propri bisogni stimola senza dubbio la ricerca di soluzioni valide al proprio benessere.

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