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Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

Da anni coltiva la passione per la scrittura. È psicologa, psicoterapeuta, giornalista. Oltre a numerosi saggi premiati con premi letterari prestigiosi (ricordiamo solo alcuni: premio per la saggistica Cesare Pavese e Tagete), articoli scientifici pubblicati nelle riviste scientifiche internazionali di psicologia, scrive da anni romanzi. Il romanzo “Coach in Love” è stato premiato al Festival del Cinema di Taormina, lo stesso sarà un film. Da più di sei anni presta la sua penna a Magazine Nazionali di prestigio con le sue rubriche settimanali che riscuotono un significativo successo. Negli ultimi anni è altresì penna attenta e al tempo stesso profonda per interviste esclusive a Vip Nazionali e Internazionali. Volto noto in programmi televisivi come LA7, La vita in Diretta, La vita in Diretta estate, Storie Italiane, su Rai Uno si interessa di moda ed è opinionista e giornalista

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Overkilling, ovvero quando il delitto si consuma in famglia: da Neumair a Maso. Cosa si cela dietro alle tragedie

E' questo il termine con cui si definiscono omicidi estremamente violenti. Uno dei fattori che frequentemente ricorre nell'omicidio dei genitori è la giovane età degli assassini, che spesso sono adolescenti che uccidono impiegando un'eccessiva quota di violenza, molto superiore a quella necessaria

Quante volte la cronaca nera è abitata da eventi efferati come i genitori che uccidono i figli? È una situazione così intensa, dove la domanda: "perché succede?", rimbomba nella testa senza trovare una risposta esaustiva. La cosa che colpisce di questi delitti è la modalità con cui vengono eseguiti, ovvero, una violenza senza limiti. Benno Neumair, Erika de Nardo, Pietro Maso sono alcuni esempi di quanto un giovane possa scaricare la sua rabbia attraverso un omicidio cruento e inaspettato.
Perché accade? Cosa c’è all’origine di questa violenza? Soprattutto perché la rabbia è così intensa da portare a omicidi così violenti e aggressivi?
L’overkilling è il termine con cui si definiscono questi omicidi così violenti. Uno dei fattori che frequentemente ricorre nell'omicidio dei genitori è la giovane età degli assassini, che spesso sono adolescenti che uccidono impiegando un'eccessiva quota di violenza, molto superiore a quella necessaria. Tale modalità dell'azione lascia esterrefatti, così come anche le motivazioni inconsistenti, futili o ancora peggio la completa assenza di motivazioni che sta alla radice di questi delitti. Generalmente si uccide per soldi, oppure per gelosia o perché alla base il giovane ha una situazione psichiatrica significativa. Tuttavia, i maggiori delitti sono compiuti per ragioni economiche-finanziarie. A questo si accompagna un comportamento freddo, distaccato, determinato da parte del giovane sia durante l’agito efferato sia nella fase successiva. Purtroppo, questi delitti emergono in famiglie dove c’è un’apparente normalità che nasconde invece un territorio e un ambiente inquinato da emozioni così significative da condurre il giovane ad agire fuori controllo. Ciò che emerge dalle ricerche criminologiche è il fatto che "uccidendo i genitori, oppure i fratelli più piccoli, gli adolescenti infrangono dei tabù, perché con l'omicidio dei genitori si disintegra la famiglia" (De Pasquali, 2002). Una volta disintegrata la famiglia l’illusione è quella di vivere una vita diversa con un’idea distorta di libertà. 
Per comprendere il comportamento deviante di un adolescente è necessario conoscere ed interpretare la sua collocazione nel contesto della dinamica familiare e la sua evoluzione nell'ambito della stessa. Poiché le variabili sono tantissime e il clima oltre che l’ambiente familiare da attenzionare vari di caso in caso.
"Sono stati individuati alcuni degli aspetti psicologici relativi ai figli che uccidono i genitori: sentimento di ingiustizia subita, anomalie nel processo di apprendimento, bassa soglia di frustrazione, incapacità di svolgere un ruolo, assenza di sentimento comunitario, incapacità di autocritica, bisogno di gratificazione immediato, aggressività sessuale, impulsività, tendenze interpretative, volontà di essere punito, comportamento nevrotico" (De Pasquali, 2002).Tutto questo apre una finestra di riflessione ampia e significativa.
La famiglia dovrebbe essere una solida certezza, dare sostegno psicologico per affrontare il mondo della vita e le difficoltà in essa contenute, volta a sostenere ed elaborare le frustrazioni e gli insuccessi che costellano il piano della vita. "La famiglia dovrebbe funzionare da contenitore capace di sfumare l'aggressività del soggetto che, invece, spesso si rivolta proprio contro di essa, in quanto la famiglia e, nello specifico, i genitori, non vengono percepiti in grado di offrire un valido supporto alle esigenze psicologiche e materiali dei figli" (De Luca, 2002).
Spesso tutto ciò non accade e allora assistiamo a eventi tragici e violenti scaturiti da una rabbia accumulata in anni. Per questo è importante come genitore essere oltre che un buon genitore anche un genitore attento e vigile. Laddove si evinca qualcosa di particolare è bene prendersene cura senza lasciar correre con l’idea che si risolva da solo. Ci sono cose importanti che hanno necessità di un’attenta cura e non posso trovare una soluzione semplicemente attendendo che il tempo faccia il suo corso.

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