rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Psicodialogando

Psicodialogando

A cura di Barbara Fabbroni

Il peso del giudizio degli altri

Perché il giudizio sia rivolto all’altro sia vissuto sulla propria pelle attiva una risposta emotiva intensa sia nella vita sia nelle relazioni?

Sarà capitato anche a te di sentire il brivido sgradevole del giudizio che arriva come una lama tagliante a recidere la certezza che ti sei costruito. Accade almeno una volta nella vita a dispetto dei migliori sforzi sia di dare giudizi sia di riceverli. Una volta che siamo entrati nel vortice del giudicare imbocchiamo un percorso che attiva quella modalità di valutazione piccante e spesso pungente che attiva un’emozione di soddisfazione come se riparasse le proprie insoddisfazioni o incapacità a fare. Altresì se siamo oggetto del giudizio la situazione si fa faticosa poiché la lama tagliente delle parole pronunciate s’insinuano prepotentemente all’interno dell’autostima facendola frantumare in mille pezzi.  

Perché il giudizio sia rivolto all’altro sia vissuto sulla propria pelle attiva una risposta emotiva intensa sia nella vita sia nelle relazioni? 

Tutto ruota intorno al variegato mondo della credenza, ovvero della modalità attraverso cui la persona interpreta le cose, modalità che appartiene al suo copione di vita e all’ambiente nel quale è cresciuta e vive. Ci sono credenze che appartengono alla propria cultura o all’ambiente familiare e sociale in cui la persona vive tanto che stimolano giudizi spesso ferenti altre volte sradicanti fino alla svalutazione più completa dell’individuo. La persona che giudica l’altro attraverso la categoria delle sue credenze produce una tipologia relazionale che la porta inevitabilmente a selezionare sia le persone sia i luoghi sia le situazioni. Spesso se l’attività del giudicare è densa e significativa l’individuo si ritrova solo e senza relazioni significative tanto da scivolare in una realtà solitaria che lo intrappola.

Giudicare non sempre è sinonimo di buono, spesso provoca situazioni di allontanamento stimolando altro giudizio. Sia che noi stiamo giudicando gli altri, o che ci sentiamo giudicati, in fondo un giudizio è un’opinione o una decisione basata su pensieri, sentimenti e prove. Ne facciamo centinaia ogni giorno. Giudichiamo i comportamenti, il modo di parlare, di vestire, l’aspetto estetico e decretiamo ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, intelligente o stupido.

Che si tratti di un conoscente, di un amico, di un personaggio televisivo, di un politico, di un familiare, ognuno giudica chiunque. Nell’aspetto fisico, nei comportamenti, negli atteggiamenti, nei percorsi di vita. Questo accade addirittura con completi estranei. Parliamo in questo caso di pregiudizio. Il pregiudizio tendenzialmente consiste nel giudicare negativamente - e più raramente positivamente - qualcosa o qualcuno senza averne una conoscenza. Il problema non è tanto il giudizio bensì il credere che il proprio punto di vista sia in assoluto corretto.

Questo accade poiché le persone si concentrano solo su alcuni aspetti di un fenomeno o di una persona facendosi guidare da pregiudizi o credenze. Il giudizio sul carattere, l’intelligenza, le convinzioni, decisioni o preferenze di una persona possono produrre in quell’individuo vergogna, possono instillare un senso di imbarazzo. La sensazione del giudizio ricevuto è dolorosa. Tutto questo perché tanto più forte è la convinzione data da pregiudizi e credenze, quanto più la lente attraverso cui la persona guarda la realtà sarà deformata affinché il suo punto di vista venga soddisfatto. Le azioni che la persona metterà in atto andranno a valorizzare quel giudizio. Pensiamo all’effetto prima impressione che spesso produce una male interpretazione o dell’accaduto o della persona che incontriamo costruendo una realtà non aderente alla verità. Per potersi aprire al mondo e all’altro senza schermature o credenze è importante liberarsi dal senso del giudicare, tutto questo produrrà un benessere a lungo termine sia per sé stessi sia per le relazioni.

Ci sono anche giudizi positivi, spesso però vengono attenuati dal carattere influente delle credenze e dei pregiudizi che impediscono di vivere al meglio una buona cosa. Come salvarsi dalla lama tagliente del giudizio? Fai attenzione all’eccessiva importanza che dai al giudizio degli altri. Anche se i giudizi arrivano dalle persone care, pensa che potrebbero non essere necessariamente veri. Ricordati che temere il giudizio di qualcuno frequentemente significa temere il proprio giudizio. Sii più generoso verso te stesso, impara ad accettarti per quello che sei, con tutte le tue emozioni. Ogni critica non è solo una misura di come siamo noi ma anche di come ragiona l’altro. Valuta bene il significato e la persona da cui ti arriva il giudizio. Per il resto ricorda che un giudizio può essere un buono spunto di riflessione e consapevolezza. Trasforma un limite in una risorsa e le cose miglioreranno.

Si parla di

Il peso del giudizio degli altri

ArezzoNotizie è in caricamento