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Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

"Mio figlio non ha amici, cosa fare?" I consigli per aiutarlo

I motivi possono essere svariati, la modalità di creare e vivere le relazioni si è modificata soprattutto con l’arrivo della rete, ancor più oggi con la pandemia

Tutti hanno amici, soprattutto i bambini e i ragazzi eppure, accade che qualcuno non appartenga a questa modalità così si ritrova, che lo voglia o no, solo. Gli amici durante la fanciullezza e ancor più in adolescenza sono importanti. Ma cosa succede quando un adolescente resta solo? Perché non ha amici?
I motivi possono essere svariati, la modalità di creare e vivere le relazioni si è modificata soprattutto con l’arrivo della rete, ancor più oggi con la pandemia. Tuttavia, ci sono alcuni ragazzi che si ritirano in un guscio tutto loro lasciando le amicizie e il mondo fuori. Perché? 
Domanda che apre una molteplice multifattorialità di possibilità. Una cosa è certa: capire prima di agire. Infatti, sono molti i genitori che cercano di risolvere il problema spronando il figlio o la figlia a uscire oppure li aiutano accompagnandoli fuori, concedendo loro delle libertà maggiori di quelle che solidamente vengono date agli adolescenti, ma nulla funziona. Anzi, la chiusura, a volte, si fa più significativa. Ecco, questo è un problema da affrontare con cautela e professionalità senza fare lo psicologo fai da te. 
Prima di andare oltre cerchiamo di comprendere: perché avere amici è importante?
Gli amici sono persone care che consideriamo sullo stesso nostro piano: sono prevalentemente pari. Sono un po’ uguali e un po’ diversi da noi. Vicino agli amici ci si può mimetizzare e si può emergere nelle proprie caratteristiche personali senza troppa paura di essere censurati, sminuiti. Si può essere sé stessi e, allo stesso tempo, imparare come comportarsi nel mondo da persone di cui si ha stima e di cui si condivide il modo di essere.
Per gli adolescenti che faticano ad avere amici, tutto questo è problematico. È vissuto come qualcosa di stressante e impossibile da vivere. Essere sé stessi in una relazione amicale e affidarsi all’altro diventa un’impresa impossibile. Che cosa succede? Perché questa chiusura? 
La prima cosa da valutare se ha ricevuto da parte di coetanei gesti di bullismo o altro che lo abbiano portato a chiudersi in un mondo dove l’altro è messo a distanza. Poi, valutare se dietro a questo comportamento può esserci una difficoltà legata a qualcosa vissuto interiormente, silenziosamente, che gli impedisce di sentirsi sereno e contento all’idea di farsi degli amici. Inoltre, comprendere se il tutto è promosso dalla vergogna o svalutazione vissuta. 
La vergogna è un sentimento molto presente in adolescenza: è il termometro di quanto un adolescente ha voglia di diventare adulto e di quanto pensi di farcela. 
Il confronto con gli altri, i possibili amici, diventa allora un ostacolo impossibile: “non sarò mai come loro”, “mai così bravo”, “mai così disinvolto”. Questi mettono in evidenza un sentimento e un vissuto intenso di vergogna che conduce a una totale mancanza di autostima.
Procurarsi degli amici è una prova di maturità ma per alcuni adolescenti la prova è insuperabile. 
Cosa fare? Come farlo?
Il dialogo autentico e sincero in famiglia è alla base di tutto. Laddove emerge il problema è opportuno rivolgersi a un professionista affinchè il ragazzo possa riprendere in mano la sua vita in maniera serena e nutritiva lavorando sulle sue ansie e paure, sulla sua insoddisfazione e mancanza di autostima. Il viaggio per costruirsi persona, a volte, è faticoso e necessita di una osservazione più attenta e di aiuto. A tutto c’è una soluzione.

"Mio figlio non ha amici, cosa fare?" I consigli per aiutarlo

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