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Venerdì, 19 Aprile 2024
Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

Come riconoscere un bugiardo patologico

La menzogna in un soggetto adulto e adolescente mette al riparo parti di sé che non piacciono

Il pezzo di legno più famoso al mondo – Pinocchio - incanta da anni lettori di ogni età. Il bambino bugiardo s’incide prepotentemente nel nostro immaginario insegnandoci che la bugia ha le gambe corte e molto, molto di più. Tant’è ogni volta che Pinocchio dice una bugia l’evidenza fisica – con il suo naso che si allunga – si mostra di fronte allo sguardo di tutti. Le parole sagge del Grillo Parlante e l’amorevole presenza della Fata Turchina non sono d’aiuto al povero Geppetto nell’insegnare al figlio la buona educazione. Questa struggente favola di Collodi porta inevitabilmente a far riflettere sul senso e il significato della bugia che non appartiene solo al mondo dell’infanzia bensì abbraccia in maniera dirompente il mondo dell’adolescente e dell’adulto.

La bugia di fatto che cos’è?

La menzogna in un soggetto adulto e adolescente mette al riparo parti di sé che non piacciono, che non soddisfano l’immagine di sé. Una menzogna non è finalizzata a sé stessa ma è il portavoce mascherato di problemi significativi della persona che richiamano la propria autostima, il desiderio di sentirsi grandi, di essere unici, infallibili, oltreché il bisogno viscerale di voler manipolare gli altri al fine di ottenere qualcosa. La bugia è così il mezzo che giustifica il fine.

Con la bugia – se ben costruita – l’individuo diventa attraente, stimola nell’altro una maggior considerazione, struttura una modalità seduttiva che cattura l’interlocutore tanto da limitare il dato reale costruendo una realtà alterata che viene passata come autentica. Ci sono anche bugie, per così dire funzionali, che sono costruite consapevolmente per proteggere alcune relazioni, tenere al sicuro situazioni (private o professionali) che la nuda e cruda realtà metterebbero in difficoltà.

Quindi la bugia – a volte – può essere opportuna?

Di funzionale c’è poco nella menzogna, tuttavia a volte le persone non si accorgono nemmeno di mentire, tanto da utilizzare piccole bugie come scambi quotidiani. Siamo onesti – almeno con noi stessi – tutti quanti una volta nella vita abbiamo mentito! Vi sarà capitato di dire con la faccia da angelo: «non sono stato io!». La differenza sta tra l’eccezione di un comportamento e la regola organizzata e strutturata come modalità di entrare in relazione con l’altro. Le due cose sono profondamente diverse.

La bugia è anche la maschera perfetta di chi vive una vita relazionale-affettiva aperta a nuove possibilità pur avendo una base sicura ben strutturata. In queste situazioni, laddove la menzogna serve per coprire un tradimento, la cosa si fa interessante. La maschera del traditore acquista la declinazione del manipolatore portando a diventare un moltiplicatore dell’io. In questo modo la persona diventa «Uno, nessuno e centomila».

Come si fa a riconoscere un bugiardo? Si può smascherare? La scienza ci viene incontro e assicura che ci sono degli atteggiamenti corporei che non lasciano il minimo dubbio: svelano la bugia senza troppe censure.

Quali sono i punti evidenti per riconoscere un bugiardo?

Non dimentichiamoci mai che dietro alla bugia e a un bugiardo cronico ci sono delle motivazioni profonde che hanno origine nel periodo dell’infanzia, mentre durante l’adolescenza il tutto può essere ancor più rafforzato se non c’è stata un’adeguata genitorialità. I soggetti bugiardi hanno degli atteggiamenti e dei comportamenti fotocopia che riescono a identificarli subito senza alcun dubbio. La persona che vive di menzogna crea dei miti intorno a sé.

La costruzione di falsi miti da parte del bugiardo aiuta a nascondere la realtà e la fragilità dell’io. Così costruisce una realtà dove vive l’esaltazione del sé per non apparire inferiore alla rappresentazione ideale di sé stesso che si è creato.

Si sente un supereroe poiché con la sua modalità manipolatoria riesce a catturare l’attenzione dell’altro portandolo all’interno della sua trappola così da tenerlo in pugno. È talmente seduttivo che fa credere al suo interlocutore di pensare esattamente come lui, tuttavia questa non è altro che una strategia per mandare a segno il proprio bersaglio.

Non solo manipola ottimamente l’altro seducendolo anche attraverso frasi o concetti ripresi dalla persona con cui interagisce, riesce anche ad alterare la realtà. L’alterazione della relazione con l’altro e della realtà – con la manipolazione – gli permette di rendere reali la sua fantasia e le sue bugie.

Il bugiardo ha la totale perdita di contatto con la realtà, a causa del suo vivere continuamente nell'illusione e nella menzogna.

Non prova emozioni, o meglio, spesso l’espressione emotiva visibile all’altro è solo un ulteriore mezzo per attirare la sua attenzione e compiacerlo. Non prova senso di colpa per nulla e nessuno, perché significherebbe ammettere il suo fallimento. È un soggetto che vive sempre in allerta al fine di mantenere vivi sentimenti dalla sua strategia manipolatoria.

Una persona intrappolata all’interno della bugia patologica può sviluppare patologie psicologiche più complesse, a causa della sovrapposizione tra realtà e costruzione di una realtà ulteriore parallela.

Una bugia è come una leccornia cui non si può rinunciare così che la persona entra all’interno di un circolo vizioso in cui la realtà è organizzata all’interno di una rete di menzogne senza che neanche se ne renda conto. Le persone che s’imbattono in soggetti manipolatori e bugiardi, hanno bisogno di molto tempo per aprire gli occhi poiché credono al loro interlocutore e spesso tendono a difenderlo, così prima di riuscire a scoprire chi ci sta di fronte può passare del tempo. Una volta che il coperchio si è aperto l’impatto emotivo è fortissimo e intenso, il sentimento più evidente è la delusione di un’illusione costruita perfettamente dal bugiardo.

Così potremmo ritrovarci accanto a un uomo bugiardo e traditore senza saperlo, o accanto a una persona che non dice mai quello che fa, o a una persona che ha tradito, ed è stato perdonato, ma continua a mentire. Smascherare il bugiardo è molto difficile esistono molto tecniche per mentire, ma alcuni atteggiamenti comuni si possono identificare, delineando così un profilo psicologico del bugiardo patologico.

Il bugiardo è un comportamento più tipicamente maschile che femminile, si presenta sempre con una personalità affascinante e sicura di sé tanto da rientrare in un’altra patologia: il narcisista.

Il bugiardo evidenzia: una vita perfetta; mostra una realtà edulcorata; tutto gli è dovuto; è un egoista che passa per una persona all’apparenza disponibile e compiacente; si sente superiore anche rispetto ai propri coetanei ed è molto svalutante; è un narcisista; calpesta qualsiasi cosa; recita esprimendo anche emozioni forti se servono per catturare l’altro; è bravissimo nel raggirare le persone; le menzogne si trasformano nella verità, tanto che, molto spesso, il bugiardo patologico non è in grado di distinguere il vero dal falso; non ama le responsabilità, non è mai colpa sua, ha sempre ragione.

Come smascherare un bugiardo?

Tutto passa attraverso l’atteggiamento corporeo: le mani, il volto, lo sguardo, la posizione del corpo. Quindi se avete sentore che davanti a voi ci sia un bugiardo alzate le antenne e state ben attenti perché avrà un cedimento nel suo atteggiamento che vi farà riflettere.

Ricordatevi che la bugia è un atteggiamento comodo, per cambiare serve una grossa motivazione, che difficilmente è trovata.

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