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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Psicodialogando

Psicodialogando

A cura di Barbara Fabbroni

Dimmi come ami e ti dirò che genitori hai avuto

Chi ha sofferto in famiglia può scappare dall’amore, scegliere di rimanere single o solo, passare da un amore meteora a uno traghetto e non fermarsi mai, o scegliere sempre e soltanto partner sbagliati. I consigli per uscire da questa situazione

Chi non conosce le paperelle di Konrad Zacharias Lorenz? 
Il premio Nobel nasce vicino a Vienna, da bambino s’incuriosisce leggendo “Il viaggio del meraviglioso Nils Holgersson” di Selma Lagerlöf. Scopre un mondo incredibile, avvincente, così si avvicina agli animali divertendosi a osservare la vita delle oche. Si laurea in medicina soddisfacendo il desiderio di suo padre.
La curiosità nata e sviluppate con le sue letture sin da bambino lo porterà a definire, in età adultà, la teoria dell’imprinting: un processo di fissazione ovvero di impronta, che gli animali subiscono al momento della nascita creando un attaccamento al primo «oggetto» che si muove davanti a loro, con cui hanno contatto che identificheranno come punto di riferimento essenziale per tutta la vita.
Nel suo istituto di ricerca sul comportamento animale, il Konrad Lorenz Institute (tuttora esistente a scopo didattico) formulò la sua teoria dell’imprinting.
Questo studio apre una finestra significativa sul mondo non solo animale ma anche umano. L’essere umano sin dal suo primo momento di vita è come un piccolo anatroccolo che cerca di trovare un ancoraggio nell’altro (adulto). L’ambiente in cui la persona si trova, l’attaccamento che si svilupperà nei suoi primi mesi di vita, la famiglia con cui vivrà e da cui assorbirà usi e consumi saranno l’humus, dove costruirà la sua organizzazione di personalità. 
Ogni esperienza vissuta si cementerà nel suo copione di vita originando la sua risposta in relazione all’altro, al sé e all’ambiente in cui vive. 
Il tutto ruoterà intorno alle carezze ricevuto o negate, all’amore vissuto o violato, alla relazione stimolante o svalutante, ovvero un insieme di esperienze che forgeranno la persona. 
È un patrimonio di pelle e di sensi, di umori e malumori, di ambiente e relazioni che inconsciamente saranno trasferite dentro alla coppia che verrà.
Le carezze, gli abbracci, i baci, unitamente alle parole emotive, indispensabili per alcuni insopportabili per altri, diventano gli ingredienti per creare una coppia. Per dare vita alla dimensione del «noi». La coppia vive, abita e si progetta nel «noi», senza il «noi» non esiste relazione con l’altro.
La relazione di coppia si basa su un gioco matematico dove si fonda anche la prima relazione con l’altro (generalmente con la madre)
All’inizio in ogni relazione la coppia è uguale a zero ovvero la somma «io+tu» è zero, poiché è la fase della relazione simbiotica che accade sia alla nascita sia quando incontriamo l’amore.
Poi con il tempo i due della relazione diventano due individui ovvero in questo caso si può dire che la somma «io+tu» è uguale a due. In altre parole, i due della relazione si individuano nelle loro peculiarità ritrovando l’indipendenza l’uno dall’alta. 
La relazione è un incontro costruttivo, progettuale e sano quando la somma «io+tu» è uguale a tre! Questo accade anche nella relazione iniziale madre-bambino. I due soggetti della coppia sono due entità distinte, indipendenti ma al tempo stesso unite da un progetto comune, da un’intenzione e da un interesse voluto e deciso insieme. Così oltre al pensiero, ai bisogni e ai desideri individuali, troviamo quelli comuni che ben si amalgamano alle due persone della relazione. Questa si può dire che è la coppia perfetta! 

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Pertanto, l’essere indispensabili o insopportabili dipende dal bagaglio emotivo e di comportamento che ogni partner riceve in dote dalla famiglia d’origine e che, con il tempo, fa proprio. Quante volte abbiamo sentito un partner lamentarsi di un altro partner? Se andiamo a scavare nel suo vissuto potremmo sicuramente trovare un difetto nell’attaccamento iniziale. Il suo imprinting non è stato nutritivo e soddisfatto al fine di rendendolo libero, integro e integrato. Molte relazioni di coppia falliscono poiché alla base c’è una disfunzionalità relazionale che ha radici antiche.  
La nostra mente, le nostre emozioni hanno una memoria che si è radicata nel copione di vita della persona. 
Se un individuo sceglie un compagno di vita con un particolare vissuto nella speranza di salvarlo si può riscontrare nel suo passato una ferita d’infanzia, una famiglia d’origine dove la genitorialità era manipolatoria, la sperimentazione dell’amore basato su basi non autentiche. Così c’è il tentativo goffo e malsano di renderlo più simile a sé stesso(a). Una sorta di «il mio amore ti salverà, solo io potrò tirarti fuori dai problemi, sono la tua salvezza, il tuo salvatore».
È fuor di dubbio che chi ha sofferto in famiglia può scappare dall’amore, scegliere di rimanere single o solo, passare da un amore meteora a uno traghetto e non fermarsi mai, o scegliere sempre e soltanto partner sbagliati.  
Oppure finire all’interno di un circolo vizioso, dove accumula solo sciagure affettive, una collezione infinita di fallimenti che riconfermano l’imprinting iniziale. Quindi cosa fare, come farlo, dove farlo, quando farlo, con chi farlo?
Da soli non si va da nessuna parte, la migliore soluzione è prendersi cura di questa situazione facendosi aiutare da un clinico capace di portare fuori dal tunnel altrimenti tutto sarà un buco nell’acqua, poiché il copione di vita tende a ripetersi all’infinito fin tanto non viene disinnescato.   È importante fermarsi e analizzare, con l’aiuto di uno specialista, le cause di così tanta infelicità del cuore.
Amare è possibile, basta trovare la giusta strada.

Dimmi come ami e ti dirò che genitori hai avuto

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