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Psicodialogando

Psicodialogando

A cura di Barbara Fabbroni

L'amore liquido in bilico tra desiderio e paura di legarsi raccontato in una storia

"Spesso le relazioni mettono a dura prova, così è più semplice vivere in superficie mordendo e abbracciando l’esserci nella fluidità dei rapporti. In questo modo non ci sono né responsabilità né tanto meno fraintendimenti"

Mi sono follemente innamorata quando avevo appena diciotto anni, dopo otto anni d’amore, l’abito da sposa pronto per essere indossato, i regali di nozze in bella mostra, la casa appena finita di arredare, una meravigliosa festa che ci attendeva e la nostra vita insieme, il nostro futuro. La favola si sta per avverare ed io sono felicissima. Mancano solo tre giorni al fatidico “si lo voglio”. È martedì sera, non riesco a dormire, sono quasi le tre del mattino. Mi giro e rigiro nel letto con una strana sensazione, come se nonostante tutta questa gioia ci fosse una nube all’orizzonte. Squilla il telefono, con sorpresa nel vedere che è Paolo. Sarà agitato come me, mi dico mentre rispondo. Piange, è maledettamente triste, mi chiede se possiamo vederci. Non comprendo cosa stia accadendo, ci incontriamo. Arriva a casa mia in un attimo, confessandomi che erano due ore che stava in strada cercando di trovare il coraggio di chiamarmi. Chiedo spiegazione a questa situazione così intensa e per tutta risposta, senza giri di parole mi dice: “non voglio più sposarmi, sono innamorato di un’altra”. Il mondo mi crolla addosso, cerco di capire, lo ascolto. Mi rendo conto che lui è totalmente perso per un’altra donna. Non ci sono possibilità, tutto naufraga in una manciata di secondi. Impiego mesi per riprendermi da questa situazione assurda. Una mattina mi sveglio rendendomi conto che qualcosa in me è cambiato. Così la mia vita riprende il suo passo con un’unica decisione: da questo momento in poi i legami non faranno più parte della mia vita. Mi sono innamorata una volta, stavo per sposarmi, tutto è svanito come la neve al primo sole adesso non ci sarà più una situazione come questa. I legami sono la tomba dell’amore. Voglio una vita relazionale libera, il “per sempre” non esiste, è la favola dei falliti. La mia vita riprende la sua direzione, ho molte soddisfazioni al lavoro tanto che la mia carriera decolla. Incontro uomini anche solo per una sera o un fine settimana. La prima cosa che tengo a precisare ogni volta che un uomo cerca di creare una sorta di frequentazione è che non voglio legami, adoro divertirmi, non voglio responsabilità, cerco la leggerezza dell’incontro unico (o poco di più), tanto l’amore evapora.
Se ci pensiamo bene tutto il mondo è una ribalta, le relazioni che adoro sono quelle che ribaltano gli schemi rendendo tutto fluido e inafferrabile. I miei rapporti sono basati sul “tutto è possibile”, basta star bene e divertirsi. Mi sono resa conto che in questa epoca dell’amore connesso, dell’amore che attraversa la chat o i siti d’incontro, toccata e fuga sembra è diventata la nuova frontiera dell’incontro con l’altro, che a me rassicura, fa star bene e non mette in moto una serie di emozioni intime che poi mi portano a soffrire. Vivo la mia vita qui ora, ci sono, incontro persone, mi impongo allo sguardo dell’altro, mi diverto. Una mia amica che non condivide questa mia scelta mi ha detto che: “le relazioni liquide sono relazioni fragili, che non hanno durata nel tempo. Sono legami effimeri che occupano un territorio, ma vengono drenati velocemente. Entrano ed escono rapidamente nello spazio di un tempo ristretto, bagnando e spesso annegando i protagonisti, che diventano naufraghi in un pozzo di solitudine”. Lei non ha capito che è quello che voglio, non mi sento sola, sono io che finalmente comando il gioco, non sono più nella trappola dell’amore. La mia vita va avanti così per parecchi anni. Raggiungo traguardi lavorativi importanti che mi portano a viaggiare in tutto il mondo, sono una donna di grande successo. Non mi sento sola anzi conosco tantissime persone e le utilizzo al bisogno. Poi è arrivata la pandemia e qualcosa è cambiato. Il mondo si è fermato, tutto si è congelato, la vita ha avuto una battuta di arresto. In quello spazio esistenziale ho iniziato a sentire un grande vuoto. La donna forte, libera, con infinite storie di una notte o poco più si è ritrovata a fare i conti con la solitudine ghiacciata del nulla. Per la prima volta mi sono sentita sola, mi sono vista una donna di quarantacinque anni che non è riuscita a costruirsi un affetto su cui contare. Mi sono costruita una realtà che mi ha intrappolata facendomi restare sola in un mondo di gente. Le persone a me più vicine avevano i loro legami con cui condividere l’isolamento, mi sono ritrovata a guardare il soffitto e riflettere sulla mia scelta di vita dopo che sono stata lasciata sulla soglia dell’altare. Così le mie riflessioni sono diventate il mio tormento. Perché la relazione con l’altro mi fa tanta paura? Perché non mi sono più lasciata andare a un amore con cui avrei potuto costruire qualcosa? Come posso costruire una relazione vera e duratura con il mio vissuto e con l’esempio che passa nella nostra società di un amore interscambiabile dettato da incontri mordi e fuggi? Potrò mai distaccarmi dalla mia vita fluida e dedicarmi a un amore vero con una progettualità? Mentre penso a queste cose sento l’ansia che sale allora contatto alcune delle persone che ho frequentato. È stato tristissimo constatare che tutta quella libertà d’amore liquido su cui ho basato gli ultimi anni della mia vita si è trasformato in vuoto. Allora mi chiedo: come posso trasformare la mia vita? Sono ancora in tempo per gettare le basi di un futuro diverso? Sarò ancora capace di amare? Quanto la mia libertà inficerà un ipotetico rapporto? Sarà bisogno d’amore o bisogno di presenza affettiva?    

1- Perché c’è bisogno di sviluppare relazioni liquide? 
Le relazioni che si voglia o no fanno paura. Una relazione che duri nel tempo ha bisogno di energie, impegno, progetto, condivisione, determinazione, fiducia, fatica, da parte di entrambi i partner. Spesso le relazioni mettono a dura prova, così è più semplice vivere in superficie mordendo e abbracciando l’esserci nella fluidità dei rapporti. In questo modo non ci sono né responsabilità né tanto meno fraintendimenti. Ci si incontra, si passa una bella serata insieme, si consuma buon sesso e poi ognuno torna alla sua vita. Così si bypassa l’impegno, la pianificazione evitando totalmente il logorio del costruire una relazione stabile. La scelta verte verso la flessibilità, la frammentazione e la compartimentazione degli interessi e degli affetti. I sentimenti possono creare dipendenza e soprattutto possono portare a soffrire, in questo modo le persone sono convinte di proteggersi. Così ci sono tante connessioni in un mondo fatto di liquidità e fluidità, dove il nulla ha il sapore del niente e il colore del vuoto. 

2- Come si possono costruire relazioni autentiche e durature di fronte a esempi dove c’è una costante interscambiabilità sia negli incontri sia nell’amore?
Negli ultimi anni è cambiato il modo di entrare in relazione e amare. I vari talkshow, i social, le chat d’incontro hanno creato una modalità di amare che ha sradicato completamente ciò che fino a qualche decennio fa era alla base della costruzione di un progetto a due. Siamo stati abituati ad amori improvvisi che poi, finito lo tsunami ormonale, si sono rivolti verso altri interessi. Basta guardare ciò che accade all’interno della casa del GF o GF Vip, oppure in alcuni talkshow, dove l’amore rapisce in una passione travolgente e poi appena i riflettori si spengono quell’amore ostentato, pubblicato, socializzato svanisce come se non ci fosse mai stato. L’amore fluido è esperienza ormai di quasi tutti. Non ci si innamora più o non ci vogliamo più innamorare eppure innamorarsi davvero conduce a scoprite le magie dell’amore classico.

3- L’amore liquido che cos’è? 
È la naturale conseguenza di una società profondamente cambiata che ha stravolto le regole e i principi su cui fondava la sua esistenza, il suo essere in relazione all’altro. «La relazione umana» e la sua sorte in un’età in cui «gli uomini e le donne disperati perché abbandonati a se stessi, che si sentono degli oggetti a perdere, che anelano la sicurezza dell’aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno, e quindi ansiosi di “instaurare relazioni” [sono] al contempo timorosi di restare impigliati in relazioni “stabili”, per non dire definitive, poiché paventano che tale relazione possa comportare oneri e tensioni che non vogliono né pensano di poter sopportare e che dunque possa fortemente limitare la loro tanto agognata libertà di … si, avete indovinato, di instaurare relazioni» (Z. Bauman). Da ciò Zygmunt Bauman concepisce l'idea di “amore liquido”. Ovvero «l'amore diviso tra il desiderio di vivere emozioni da un lato e la paura di legarsi effettivamente a qualcuno dall'altro» (Z. Bauman).

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