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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Redazione

Il nome Banca Etruria è diventato sinonimo di impresentabile spazzatura

Una serie di fatti, il primo dei quali è che coloro che a vario titolo ne hanno avuto la guida hanno pensato che le buone regole fossero fatte per i coglioni e non per le persone di potere un sacco toghe come loro, hanno portato prima al...

Una serie di fatti, il primo dei quali è che coloro che a vario titolo ne hanno avuto la guida hanno pensato che le buone regole fossero fatte per i coglioni e non per le persone di potere un sacco toghe come loro, hanno portato prima al fallimento e poi al cambio di nome di Banca Etruria. Intendiamoci, su queste colonne virtuali lo avevamo scritto da tempo che quella del cambio di marchio sarebbe stata una delle prime mosse, ma l'attuale proprietà ha addirittura pensato che non si potevano aspettare nemmeno sette mesi (quelli utili al passaggio definitivo) per cambiarlo definitivamente. Ha considerato quel logo spazzatura talmente puzzolente da non poterla tenere in casa nemmeno un'ora.

Ecco a cosa è ridotto il nome che ad Arezzo ha goduto del maggior rispetto nell'ultimo secolo.

Una razzumaglia di ignoranti avidi di soldi e potere ha contribuito (insieme al venerabile un tempo venerato), a fare dell'Etruria, e in definitiva di Arezzo, una terra considerata del malaffare, dell'intrallazzo.

E gli aretini sopra i cinquant'anni abbassano le orecchie, perché in gran parte sanno di aver più o meno contribuito, con il loro comportamento, alla disfatta di una banca e di una città.

Arezzo a suo modo è diventato l'involontario esempio di come l'idolatria del solo dio denaro porti alla perdizione, alla tragedia. L'esempio di come l'ignoranza possa fare danni inimmaginabili.

C'è chi si lamenta del nome provvisorio, Banca Tirrenica, dato da UBI a quella spazzatura da riciclare. Il collega Sergio Rossi, su La Nazione, scrive di un nome fuori contesto rispetto a una città di certo poco legata al mare; ma è chiaro che si voleva evitare qualsiasi richiamo al territorio, oltre che al nome precedente dell'istituto. Anche Arezzo, infatti, è diventato un brand spazzatura, almeno in certi ambiti.

Un allenatore di calcio bergamaco, passato da Arezzo in altri tempi, ripeteva spesso due parole che aveva imparato in una piazza del sud: "Chisti simu..."

E ora c'è da rifarsi da zero, speriamo nella la forza dei venti/trentenni di oggi, che non sono più gli spompati figli di papà che li hanno preceduti.

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