Auto ridotta a un groviglio di lamiere esposta come monito contro le stragi della strada. È giusto?
Gli incidenti stradali potrebbero essere trattati un po' come c'è scritto sui pacchetti di sigarette che riportano le foto shock dei polmoni di un fumatore
Esporre al pubblico quel che resta di una vettura dopo un incidente stradale grave è certamente una provocazione ma è anche qualcosa di più. Rappresenta un modo per scuotere le coscienze e una azione mediaticamente efficace per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'importanza della sicurezza stradale e sull'adozione di corretti stili di guida. Non è la prima volta che le istituzioni pubbliche ricorrono a campagne shock (il web ne è pieno) per attirare l'attenzione di tutti noi sull'adozione di una guida sicura, proprio per evitare gli incidenti e prevenire quelli che sono i drammi della strada che sono causati dalla nostra stessa irresponsabilità. La distrazione, la velocità elevata, l'uso e l'abuso di sostanze alcoliche, l'assunzione di stupefacenti sono solo alcune delle cause degli incidenti. Tutti comportamenti da prevenire con una massiccia informazione e da reprimere in quanto pericolosi non solo per noi ma anche per gli altri utenti della strada. Proprio la strada che di per sé stessa non uccide nessuno e nemmeno la nostra automobile. Piuttosto siamo noi che abbiamo il libero arbitrio di decidere come utilizzare il nostro mezzo di trasporto. Allora non ci indigniamo se una amministrazione comunale espone in piazza una vettura che mostra senza filtri le conseguenze devastanti di un sinistro stradale grave. È giusto essere informati e sapere che a una data azione corrisponde una reazione anche se terribile. Una carrozzeria distrutta è poca cosa se paragonata alle ben più gravi ferite che possono riportare gli occupanti di quella stessa vettura sui loro corpi, a volte purtroppo perdendo anche la vita. Senza dimenticare il dolore e lo strazio che anche le famiglie delle vittime sono loro malgrado costrette a subire. Per non parlare poi del trauma che la mente subisce dopo un sinistro grave e delle paure che si innescano dentro di noi.
È necessario tenere sempre alta la guardia e investire in un efficace lavoro di sensibilizzazione culturale, con una capillare campagna di informazione unitamente a un incessante lavoro di controllo e presidio delle nostre strade da parte delle forze di polizia. Ma non basta. Occorre anche investire in formazione sui giovani e nelle scuole con progetti di educazione stradale ad hoc, partendo dalle elementari perché anche i ragazzini possono essere dei ciclisti, così come possono utilizzare il monopattino tanto per stare nel concreto. Siamo tutti utenti della strada, anche i pedoni e tutti dobbiamo rispettare le regole del codice senza scusanti. Con la strada non si scherza. Non siamo in un videogioco. Non c'è una seconda possibilità. Di vite in ballo ce n'è una sola oppure game over.
Sarebbe utile se si potesse creare fra i giovani ma non solo, una cultura che metta in rete gli operatori sanitari del 118, dell'emergenza urgenza, delle pubbliche assistenze, delle forze di polizia, del locale Aci, dei vigili del fuoco e di tutte le istituzioni pubbliche preposte, Comune, Prefettura, Questura, Ufficio Scolastico Territoriale, ciascuno per quanto di propria competenza, affinché mostrino, ciascuno per quel che fa, cosa accade durante e dopo un sinistro.
Molti non hanno mai visto intervenire sul posto gli operatori dell'emergenza dopo uno schianto. È scioccante ve lo garantisco. Provate a parlare con un medico soccorritore, con un vigile del fuoco, con un poliziotto, con un infermiere rianimatore. Sarebbe istruttivo anche se spaventoso. Umanamente ed emotivamente forte. Loro potrebbero dirvi davvero cosa accade in un incidente stradale e cosa fare per evitarlo.
Pensate alla scena del sinistro come a un inferno, con il fumo denso sprigionato dal motore accartocciato, le lamiere della vettura rese irriconoscibili dall'urto, i segni della frenata sull'asfalto, l'odore acre di bruciato, le urla delle vittime quando sono ancora incastrate dentro le auto, il silenzio dopo. Si capirebbe in un istante tutto il senso della vita e l'inutilità della fretta di tutti noi mentre guidiamo o di quanto sia pericolosa la distrazione alla guida.
Gli incidenti stradali potrebbero essere trattati un po' come c'è scritto sui pacchetti di sigarette che riportano le foto shock dei polmoni di un fumatore.
Per carità non che sulla moto o sull'automobile ci debba essere scritto “nuoce gravemente alla salute” ma tutti noi dobbiamo sapere che “può” nuocere alla nostra e altrui salute e vita se guidiamo in modo sbagliato.
Quindi ben vengano a mio parere tutte le campagne (anche quelle provocatorie e scioccanti) in grado di riconoscere il valore della vita sempre. Guidare infatti è una cosa seria. Ricordiamocelo.