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L'olio nuovo non è tutto italiano, anzi!

Molti di noi si approvvigionano d'olio nuovo da parenti e amici che hanno la fortuna (anche sfortuna, visto il lavoro e l'esborso economico che richiedono) di essere proprietari di un oliveto. In provincia di Arezzo sono in molti (diverse...

Molti di noi si approvvigionano d'olio nuovo da parenti e amici che hanno la fortuna (anche sfortuna, visto il lavoro e l'esborso economico che richiedono) di essere proprietari di un oliveto. In provincia di Arezzo sono in molti (diverse migliaia) a portare le proprie olive al frantoio e ritirare il proprio olio.

Ma chi non ha queste opportunità deve rivolgersi al mercato, e il mercato è una giungla.

Si dà il caso che l'olio prodotto meccanicamente con olive italiane sia comunque buono, ma il dato di fatto è che tutte (o quasi) le marche principali utilizzano olio proveniente dalla Comunità Europea. Questo significa che quell'olio può essere spagnolo (organoletticamente scarsissimo) o addirittura nord africano, perché le astruse regole della Comunità Europea prevedono che possano essere indicate olive di proveninenza della Comunità Europea anche quelle tunisine o marocchine...

L'olio extravergine di oliva più caro che si vende al supermercato sotto casa mia è il Farchioni (quasi otto euro per 750 cl), che ne espone due versioni, entrambe frutto di olive della "Comunità Europea". Leggere le etichette può essere molto utile, magari a risparmiare dei soldi e acquistare olio buono. L'ho scritto lo scorso anno e lo ripeto oggi.

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