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Libriamoci

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A cura di Gabriele Grazi, Paolo Borghesi e Francesco Bartolini

"Vardø dopo la tempesta" è ambientato nel '600, ma ci parla degli stessi problemi di oggi

Il romanzo di Kiran Millwood Hargrave edito da Neri Pozza ha una bellissima costruzione, un’intelaiatura ricca di colpi di scena e di dinamiche psicologiche interessantissime

Vardø è una piccola isola nel nord della Novergia, dove si svolge la storia ambientata all’inizio del 1600. Al giungere dell’inverno l’isola rimane sostanzialmente isolata dal resto del mondo, e in quell’epoca abitare in un simile luogo significava più che mai una lotta disperata per la sopravvivenza. Gli uomini in età adatta, quindi sostanzialmente tutti, escono per una battuta di pesca ma sopraggiunge una terribile tempesta e nessuno di essi fa ritorno alle proprie case e quindi dalle proprie mogli, madri e sorelle, che si trovano così a dover affrontare il lungo inverno norvegese da sole, in una situazione tragica e disperata. Succede però un elemento che ruota totalmente la prospettiva. Una scoperta, semplice eppure rivoluzionaria, con la forza di cambiare ogni cosa: scoprono che sono molto più forti e indipendenti di quanto avessero mai pensato.

Questo ovviamente in una società maschilista, come purtroppo ancor oggi siamo, a prescindere dalla latitudine delle storie, non potrà non comportare una caccia alle streghe, nel vero senso della parola.

Non mi dilungo ulteriormente nel raccontarvi la trama altrimenti corro il rischio di sciuparvi un romanzo che ha una bellissima costruzione, un’intelaiatura ricca di colpi di scena e di dinamiche psicologiche interessantissime, come quella di gruppo che si instaura tra le protagoniste nelle varie fasi dal dramma alla solidarietà, dalla rovina alla colpa, dallo slancio vitale alle speranze. Troverete quindi solidarietà e malignità, ribellione e quiescenza, dicotomie universali che permettono a questo romanzo storico di travalicare il genere, come tutti i grandi libri che si rispettino, e arrivare al cuore del lettore di ogni età, da un’assemblea di manager che vuole studiare i rapporti di gruppo agli appassionati di storia che vogliono un romanzo attendibile e con l’atmosfera perfettamente ricostruita, fino a un conclave di donne forti e indipendenti che cercano la fiamma della rivolta.

Ecco un piccolo assaggio della scrittura, pulita, lirica, ammaliante: “comincia a immaginare che Vardø potrebbe andare avanti così per sempre: un posto senza uomini, che pure sopravvive. Il freddo sta mollando la presa, e di conseguenza i cadaveri si ammorbidiscono. Quando il disgelo avrà raggiunto le radici, seppelliranno i loro morti e forse una parte dei contrasti verrà seppellita con loro”.

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"Vardø dopo la tempesta" è ambientato nel '600, ma ci parla degli stessi problemi di oggi

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