BLOG | Il caso editoriale del Club degli incorreggibili ottimisti
Un libro balzato agli onori delle cronache grazie al miglior strumento possibile per i consigli: il passaparola dei lettori
Il Club degli Incorreggibili Ottimisti di Guenassia è un libro balzato agli onori delle cronache grazie al miglior strumento possibile per i consigli: il passaparola dei lettori. Guenassia infatti nel 2009, all’epoca della pubblicazione, era un avvocato parigino senza storia letteraria alle spalle. Eppure, come spesso succede per gli esordienti, pur se il suo libro uscì tutto sommato in sordina, conquistò subito un primo zoccolo di lettori affezionati che lo consigliarono a loro volta, e così via come nella storia del chicco di riso come multiplo nelle caselle della scacchiera chiesto come premio: sono diventati tantissimi. Il passaparola dei lettori è uno strumento democratico, si sviluppa caoticamente travalicando distinzioni di ogni genere e arriva al cuore del consiglio: se si tratta o meno di un buon libro. Così altrettanto democratico è il nostro Club, situato alla fine degli anni cinquanta nel retro di un bistro parigino frequentato da tutti come accadeva in quegli anni. Potevi trovarvi ai tavoli intenti in una discussione filosofica Sartre e Camus. Oppure come nel nostro caso un gruppo eterogeneo di giocatori di scacchi con una matrice comune, l’essere esuli di paesi dell’est, del blocco sovietico, dovuti fuggire per vari motivi politici lasciandosi alle spalle la loro vecchia vita e i loro affetti, con la speranza o meglio la necessità di reinventarsi in una delle capitali dell’occidente ma senza la reale possibilità di chiudere la partita precedentemente aperta. Il romanzo è come un fiume alimentato dai vari affluenti che sono le storie di questi molteplici protagonisti. Non posso non citare forse la vera protagonista del libro: la Storia. Guerra Fredda, crisi con le colonie africane, comunismo, liberalismo, esistenzialismo. Molti -ismi che si traducono in visioni del mondo, e che quando si calano realmente in esso, in mezzo alle vite vere, perdono inevitabilmente molte delle loro certezze per divenire esseri complessi tra humor e melanconia. Si raccontato infinite storie muovendosi sullo sfondo di una Parigi meravigliosa che sembra una foto in bianco e nero. Come quella dei prigionieri politici russi che si stanno scambiando nelle patrie galere perplessità sui motivi della loro detenzione. Uno dice di essere stato arrestato perché era arrivato al lavoro con cinque minuti di ritardo e lo hanno accusato di sabotaggio. L’altro ha risposto che era arrivato invece con cinque minuti di anticipo e lo hanno accusato di spionaggio. Il terzo allora risponde di essere arrivato puntuale, e lo hanno accusato di aver comprato il suo orologio in occidente.