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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lettori Selvaggi

Lettori Selvaggi

A cura di Elena Giacomin

Centro Storico

Quando Hitler rubò il coniglio rosa. Un libro per riflettere in attesa della Giornata della Memoria

#LettoriSelvaggi è una rubrica sui libri per i più piccoli curata da Elena Giacomin, libreria La Casa sull’Albero.

Quando Hitler rubò il coniglio rosa, Judith Kerr, BUR ragazzi

Si avvicina la giornata della memoria ed in libreria lo scaffale dedicato ai romanzi che raccontano la shoah si fa sempre più affollato. Qualcuno l’ha definita la “letteratura genere filo spinato”, ponendo, a nostro avviso a ragione, l’attenzione su un proliferare esagerato di libri a tema.

L’esercizio della memoria e del ricordo è molto importante e dovremmo affidarlo ad opere di alta letteratura che accompagnino delle riflessioni profonde e di sostanza. E’ per questo che nell’ambito delle nostre proposte rivolte alle scuole secondarie di primo grado, per quest’anno scolastico ci siamo rivolte ad un classico, Quando Hitler rubò il coniglio rosa, impareggiabile romanzo (in parte autobiografico) di Judith Kerr che racconta l’ascesa del Nazismo dal punto di vista di una bambina.

La narrazione si apre con un’immagine potente, evocativa, che preannuncia un drammatico futuro della storia che tutti noi conosciamo. Ci sono due bambine, Anna e Elsbeth che al ritorno da scuola, camminando tra le pozzanghere notano un manifesto di propaganda elettorale. “Ancora una foto di quell’uomo”, quell’uomo che tanti scambiano per Charlie Chaplin. Siamo in Germania, nel1933 ed Hadolf Hitler sta per vincere le elezioni. Anna, la protagonista del libro, appartiene ad una famiglia benestante: il padre è un giornalista conosciuto ma vede la sua carriera arrestarsi perché è di origine semita. Decidono di scappare prima che sia troppo tardi. Nei giorni precedenti la partenza da Berlino, Anna deve fare una scelta fra i suoi giocattoli: il nuovo pupazzo o il suo amato coniglio rosa di pezza? Decide di portarsi dietro il giocattolo nuovo ed il pensiero del suo vecchio compagno la seguirà nelle peregrinazioni in giro per l’Europa, prima Svizzera, poi Francia ed Inghilterra, alla ricerca di un posto sicuro dove stare.

Sono tante le difficoltà che incontra la bambina, la lingua prima di tutto, ma anche se privata di tante cose belle del mondo in cui era nata e cresciuta, non perde la sua gioia di vivere. In poco più di un anno stringe nuove amicizie e, addirittura, superati alcuni momenti di difficoltà, riesce ad essere una delle migliori alunne della sua classe.

Anna racconta le sue drammatiche vicende in maniera leggera, senza mai perdere l’entusiasmo e questo perché ha una grande fortuna: la sua famiglia è unita e costituisce, per lei, l’elemento di forza che le fa superare ogni ostacolo, anche se Hitler le ha rubato il suo coniglio e, con esso parte della sua infanzia, così come lui e tanti altri dittatori hanno fatto con milioni di bambini.

Affidiamo la chiusura a Silvana Sola che scriveva qualche anno fa su Zazie News a proposito dei libri di Judith Kerr “Romanzi importanti da consigliare anche in date lontane dalla giornata della Memoria e da quelle che celebrano anniversari, perché l’esercizio del ricordo che arriva dalle pagine dei libri sia pratica quotidiana e antidoto prezioso verso oblii o pericolosi negazionismi”.

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