In casi come quello della fallita Banca Etruria, il desiderio di trovare dei colpevoli precisi, con un volto e un nome, prende il sopravvento su qualsiasi altra considerazione. Da più parti si cerca di ricostruire una vicenda difficile da comprendere appieno per tutti, protagonisti compresi. Ognuno (anche di loro) ha una visone, un punto di vista diverso che tende a scagionare un soggetto o una parte a scapito delle altre.

Quel che dà più fastidio è leggere sconclusionate ricostruzioni su mezzi di informazione distribuiti a livello nazionale; ricostruzioni chiaramente figlie di notizie o racconti rocambolesco/fantasiosi assemblati con altrettanta fantasia.

Il quadro che ne esce è quello di un "tutti amici di tutti e tutti responsabili" difficile da sottoscrivere, anche perché basato, come dicevo, su fatti veri e falsi mixati per ignoranza o volontà di colpire una parte.

In particolare è ridicola la ricostruzione che tende a dare a Renzi (!) la colpa del tutto. Partendo dal padre del Ministro Boschi, amministratore secondario annoverato da Banca d'Italia tra gli incapaci che "delegavano il potere all'alta dirigenza", si inventano giochi di palazzo senza capo né coda. Si tirano in ballo persone che non hanno mai partecipato alla gestione della banca nemmeno di striscio e si costruiscono teoremi in realtà preconfezionati (utili solo a supportare la posizione antigovernativa di certi mezzucci di informazione).

Molti ignoranti cadono nella rete, certo, ma sono tanti, dalle nostre parti, a sapere che la storia di Banca Etruria è ben più lunga e datata di Renzi e dei suoi, ed è ben diversa da quella del centrosinistra locale.