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La terza Giostra del Saracino? Potendo sarebbe meglio correrne una...

C'è un lungo periodo dell'anno in cui la piazza Grande di Arezzo è affollata ed è quello che va da Pasqua a Ottobre. In quell'intervallo di tempo non sono gli aretini a riempire il mattonato, ma i turisti che vagano estasiati da un lato all'altro...

C'è un lungo periodo dell'anno in cui la piazza Grande di Arezzo è affollata ed è quello che va da Pasqua a Ottobre. In quell'intervallo di tempo non sono gli aretini a riempire il mattonato, ma i turisti che vagano estasiati da un lato all'altro di quella che a giusta ragione viene considerata una delle più belle piazze d'Italia.

Se vogliamo che i visitatori riportino a casa il ricordo migliore possibile di Arezzo, allora bisogna fare in modo che piazza Grande si presenti in grande spolvero il più a lungo possibile.

In grande spolvero significa libera da qualsiasi cosa che non siano i tavolini di bar e ristoranti. Quello è il modo migliore di offrire la vista della piazza a chi viene ad ammirarla.

In questo senso avere una giostra a giugno e una i primi di settembre non aiuta, perché le tribune metalliche montate per una decina di giorni (minimo) per volta, con tanto di pista centrale in terra battuta, sono brutte da vedere e poi coprono pressoché totalmente la vista del palazzo di Fraternita e delle logge Vasariane. Se poi le allarghiamo, come qualcuno propone, allora sarà coperta alla vista anche l'abside della Pieve.

Inserire (sia pure eccezionalmente) una terza giostra in questo quadro, non è certamente il massimo e sopratutto ingombra la piazza, oltre che in giugno, dal venerdì 16 agosto fino al 6 di settembre, un'eternità. Forse si potrebbe pensare di vivere i giorni di prove precedenti la provaccia senza le tribune montate...

Dal momento che la giostra non porta turisti in città (i biglietti per loro praticamente non ci sono se non si tratta di ospiti), non si capisce perché inventarsene una dedicata al Giubileo della Misericordia, evento che tra l'altro non ha proprio nulla a che vedere con la rievocazione giostresca della rivolta contro l'invasore Re delle Indie.

Intendiamoci, la Giostra del Saracino è una gran manifestazione che consiglio a chiunque di vedere almeno una volta nella vita e secondo me è assai più bella del Palio di Siena, il quale vanta una tradizione clamorosamente superiore e un fascino legato alla velocità e pericolosità della tenzone che lo rendono emotivamente forse più coinvolgente, non certo più bello.

Ma per me che ho 56 anni e per tutti coloro che lo hanno vissuto nel secondo dopoguerra, il Saracino è quello di settembre. Il titolo di questo articolo è certo un po' provocatorio, ma l'edizione di giugno è solo un'aggiunta (discutibile) che ha il fascino non secondario della notturna e aggiunge qualche chance in più di vittoria per i quartieri.

La terza Giostra nel quadro del Saracino ci sta come il cavolo a merenda e paion di più i danni che porta rispetto ai benefici.

Lo dicono i quartieri, che vengono sottoposti a uno sforzo organizzativo aggiuntivo non indifferente, e pure i commercianti di piazza, i quali si trovano (specialmente i locali sotto le logge) ad essere chiusi in "galera" per troppo tempo in periodo di teorica mietitura.

Ma lo dicono anche i cittadini, che di certo in massima parte non avvertono il bisogno della terza giostra.

Poi tutto si farà e non morirà nessuno, ma sarà bene che non si pensi di introdurla stabilmente questa terza giostra, anche perché il prestigio di una manifestazione del genere e della lancia d'oro che tocca in sorte al vincitore, aumenta con il diminuire del numero delle edizioni.

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