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La chiusura della Casa delle Culture, una questione di soldi e di visione

Alla base della chiusura della Casa delle Culture di Arezzo, nella quale operavano molte associazioni  di volontariato in un ambiente dedicato e protetto, c'è senz'altro il costo della gestione affidata a Oxfam, ma anche una visione "diversa" sul...

Alla base della chiusura della Casa delle Culture di Arezzo, nella quale operavano molte associazioni di volontariato in un ambiente dedicato e protetto, c'è senz'altro il costo della gestione affidata a Oxfam, ma anche una visione "diversa" sul modo di rapportarsi con le attività culturali e i servizi, anche agli immigrati.

Infatti una volta che la chiusura è divenuta realtà sono molte le associazioni che non hanno trovato una loro collocazione. E' ovvio che chi fa volontariato insegnando l'italiano agli stranieri, assistendo i ragazzi nel doposcuola, oppure nell'ambito del centro UNESCU o nei gruppi di lettura, lavora gratuitamente, ma ha anche bisogno di locali a titolo gratuito per svolgere l'attività.

la Casa delle Culture era l'ideale per una serie di associazioni e per lo svolgimento di eventi, convegni o piccoli spettacoli.

Certo, tutto questo brulicare di persone ha un modo di vedere il rapporto con le attività culturali e il volontariato che in sintesi si potrebbe definire di sinistra; parola in disuso e fuori moda che però ha ancora un senso se si accosta a un modo solidale e orizzontale di vedere e leggere il rapporto tra le persone.

Ecco, l'attuale amministrazione è di destra, parola più di moda, ma nemmeno tanto, che assume un senso se si accosta a un modo di vedere certe attività più in verticale e meno solidale.

Investire denari in un "covo" di persone di "sinistra" non era più pensabile per persone che hanno una visione di destra del welfare.

L'insegnamento dell'italiano ai giovani stranieri sarà quindi affidato alla Fraternita dei Laici, così come lo sportello per le informazioni e l'assistenza.

In più la Fraternita, che è un'istituzione di tutti gli aretini e quindi meno politicizzata dell'amministrazione, avvierà un lavoro di "inclusione" che potrà contare sull'insegnamento della cultura italiana e aretina in particolare (magari anche attraverso visite guidate in città dedicate ai nuovi cittadini). Tra l'altro si dice disponibile a ospitare le associazioni di volontari che non avessero una sede dove continuare la propria attività.

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