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Il sogno di Theimer è anche quello di Sgarbi e Raspini...

Giovanni Raspini, argentiere/artista/architetto aretino, è stato l'ideatore, promotore e anche sponsor della mostra intitolata Il Sogno di Theimer che si tiene in questi mesi estivi nella Fortezza di Arezzo e presso la Galleria d'Arte...

Giovanni Raspini, argentiere/artista/architetto aretino, è stato l'ideatore, promotore e anche sponsor della mostra intitolata Il Sogno di Theimer che si tiene in questi mesi estivi nella Fortezza di Arezzo e presso la Galleria d'Arte Contemporanea in piazza San Francesco. Si capisce il perché di tanto amore (e amicizia personale) per le opere di Theimer se solo si confrontano i prodotti artistico artigianali del nostro argentiere con le sculture, ma anche i disegni, dello scultore moravo. Lo stesso si può dire del legame tra Thimer e Vittorio Sgarbi, noto amante dell'arte classica, rinascimentale e barocca, e dei suoi possibili collegamenti con la contemporaneità.

Theimer - corridoio Fortezza

Quindi promotore e curatore perfetti per questa mostra aretina dal sapore classico, rinascimentale e barocco al contempo, con un viraggio animalier che corrisponde a quello del lavoro di Raspini. Unire il sogno dell'autore a tutto questo rende le opere di Theimer fuori dal tempo, più che contemporanee. Chi sostiene che egli non abbia scoperto nulla, intendendo così sminuire il suo lavoro citando i rimandi, sembra non volere entrare nel mondo di Theimer, della sua immaginazione legata alle radici e proiettata appunto nel sogno, quasi come accadde a Chagall, che allo stesso modo non inventò altro che il proprio sogno, utilizzando tecniche pittoriche già di altri (in quel caso contemporanei o poco precedenti).

Certi apprezzamenti sembrano non avere senso se non nelle menti contorte di certi critici, profondi quanto superficiali.

Piuttosto il mondo immaginario di Theimer è decisamente figurativo e questo sì che merita riflessione, perché si tratta di uno dei pochi esempi attuali (per citare Icastica farò il nome di Barry X Ball, per esempio) nell'arte contemporanea di alto livello.

E' come se lo scultore-disegnatore-pittore (ma essenzialmente scultore...) moravo con i suoi grandi e piccoli bronzi ci volesse dire che l'arte, anche quella contemporanea, non può prescindere dal valore estetico e dalla sua storia.

Theimer - fortezza medicea

Un messaggio arduo, difficile da sostenere in un'epoca nella quale il concetto stesso di qualità estetica, se accostato all'arte, appare una bestemmia storica. tanto è stato infatti faticoso e lungo il cammino che gli autori moderni e contemporanei hanno compiuto per affrancarsene, partendo dalla parziale consapevolezza di Vincent Van Gogh.

Ma se Dio vuole non esiste alcun divieto a prescindere, per cui possiamo godere, senza sentirci in colpa, dell'iperrealismo americano o dell'opera di Theimer, del legame con il passato quanto della proiezione nel futuro.

La mostra è assolutamente da visitare, anche per l'adattissimo contesto dei luoghi più chiusi della Fortezza di Arezzo (Medicea, ma è un dettaglio che a noi aretini piace dimenticare) che la ospita. Un grazie va anche all'amministrazione comunale, che dimostrando una sensibilità verso il settore che non parrebbe essergli propria, ha contribuito fattivamente alla realizzazione della mostra (e forse anche lì ha giocato un ruolo importante il gusto classico delle opere di Theimer).

La mostra è aperta fino al 23 ottobre 2016 ed è a ingresso gratuito in entrambe le sedi

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