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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il referendum sulle trivelle e il voto

Comunque vada a finire il referendum sulle trivellazioni entro le dodici miglia dalle coste italiane avrà un impatto politico importante, anche se agli italiani pare che della politica importi sempre meno, come se il disinteresse fosse una...

Comunque vada a finire il referendum sulle trivellazioni entro le dodici miglia dalle coste italiane avrà un impatto politico importante, anche se agli italiani pare che della politica importi sempre meno, come se il disinteresse fosse una possibile soluzione di un problema di qualità che riguarda tutti. E' dal 1974 che i votanti in Italia sono in costante calo. Più ci si allontana dalla nascita della nostra repubblica e meno se ne riconosce, tristemente, il valore e la necessità.

Anche nel caso di questo referendum, con ogni probabilità le cose sarebbero andate nella stessa direzione, con una partecipazione pressoché irrilevante, se non fossero intervenute le dichiarazioni del Presidente del Consiglio (che ha esortato all'astensione) e il caso dell'ex ministro Guidi.

Lo stimolo a partecipare al voto in reazione a questi fatti è stato certamente forte, sopratutto per chi vuol votare sì, e gli appelli al voto, più o meno autorevoli, contribuiscono anch'essi a smuovere le coscienze dei possibili votanti.

Qualsiasi sarà il risultato, dal punto di vista economico questo referendum inciderà davvero poco sulle tasche degli italiani; avrà invece un impatto non secondario attraverso i suoi costi (che paiono superare i 300 milioni di euro), dovuti sopratutto al fatto che non si è voluta accorpare questa consultazione con le prossime amministrative di giugno, sempre per boicottarla e fare in modo che i votanti non raggiungano il quorum del 50%.

Al di là dell'efficacia immediata di un voto che dovesse premiare i sì a quorum raggiunto (e quel 50% non pare facile da totalizzare), che sancirebbe l'obbligo per le singole concessioni ad avere un termine temporale (oggi non è così), l'impatto sarà, come dicevo, essenzialmente politico. Un sì o un no daranno un segnale chiaro della direzione da intraprendere nelle politiche energetiche italiane per il prossimo futuro. A meno che poi non ci si comporti come quando gli italiani hanno votato per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti o per l'acqua bene comune da gestire attraverso la pubblica amministrazione...

Andare a votare è sempre e comunque un atto di civiltà e l'esercizio di un diritto conquistato con molte sofferenze. Non costa molta fatica e fa sentire meglio chi lo fa.

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