Gualtiero a capo dei vescovi italiani
Ormai era da tempo nell'aria, ma quando ancora era vescovo di Arezzo (né arcivescovo, né cardinale e men che meno quello che proprio oggi è diventato), Gualtiero Bassetti non immaginava certo un epilogo del genere per la sua carriera ecclesiale...
Ormai era da tempo nell'aria, ma quando ancora era vescovo di Arezzo (né arcivescovo, né cardinale e men che meno quello che proprio oggi è diventato), Gualtiero Bassetti non immaginava certo un epilogo del genere per la sua carriera ecclesiale.
Quando arrivò in città ebbi l'onore di intervistarlo per primo e a cuore aperto. Mi raccontò delle sue origini, delle castagne di Marradi, di quando da bambino fu il suo parroco a raccomandare ai genitori di farlo studiare; delle esperienze accanto ai giovani nella chiesa fiorentina, del desiderio di essere sempre un "parroco".
"Sono e sarò sempre un prete..."
Bassetti è una persona semplice e insieme di grande buonsenso; amato da chi lo conosce. Ho avuto la fortuna di poter collaborare con lui durante la lavorazione del libro sul Duomo di Arezzo realizzato insieme a Franco Paturzo, uno che oggi gioirebbe con me se solo fosse ancora con noi (hai visto Franco? Bassetti a capo dei vescovi...).
Indubbiamente è stato l'arrivo di Papa Francesco a dargli la spinta decisiva. Una carriera fulminante in pochi anni. Da amato vescovo di provincia ad arcivescovo di Perugia, a vice di Bagnasco, a capo dei vescovi italiani (in mezzo molti altri incarichi di prestigio).
C'è stato bisogno di una deroga papale perché Gualtiero potesse assumere questa carica, perché a 75 anni altrimenti non sarebbe stato possibile. Come non sarà possibile per lui, con ogni probabilità, accedere a un secondo mandato.
Quella di Gualtiero Bassetti è una nomina-svolta, uno dei grandi segnali inviati dal Papa alla Chiesa. Siamo di fronte all'opposto rispetto al cardinal Ruini e abbastanza di lato a Bagnasco, per capirsi.
Eppure i vescovi conservatori, vistisi scavalcati, pare che abbiano deciso di salire sul carro del probabile vincitore già prima della votazione. Tutto il mondo è paese...
da oggi la CEI è di certo un po' più umana e certi rigidi confini sono un po' più elastici.
Da curioso aretino non posso non chiedermi: "come avrà votato il vescovo Riccardo?"