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Venerdì, 19 Aprile 2024
Gossip Style

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A cura di Barbara Fabbroni

Dagli orologi riparati, all'exploit internazionale: 44 anni di Parati, tra e-commerce e gioielli per millenial

Intervista a Sara, figlia del fondatore Damiano, anima dell'azienda aretina assieme al fratello: "La vita di nostro babbo è il negozio"

Le tradizioni familiari si dipanano in un itinerario virtuoso dove la creatività si sposa con la capacità imprenditoriale. Incontrare Sara Parati, figlia di una dinastia di gioiellieri, e il suo mondo è un po' come entrare nel Paese delle Meraviglie: in ogni angolo, c'è qualcosa di affascinante e irresistibile. La sua è una famiglia di imprenditori, il padre ha creato l'azienda Damiano Parati che, grazie ai figli Sara e Andrea, sta continuando un percorso di successo. Sara è anima e cuore di questo sviluppo. 

Come nasce il tuo amore per i gioielli?

"È una tradizione di famiglia. Tutto nasce da mio padre. Nonostante un’origine umile, con la sua determinazione e volontà, è riuscito a dare una svolta importante alla sua vita professionale e di conseguenza alla nostra. Sin da piccola passavo molto tempo in negozio. Ricordo ancora con molto affetto il nostri primo negozio, era il mio spazio familiare".

Chi ha fondato Damiano Parati?

La Damiano Parati nasce nel 1978, l’anno della mia nascita. È stata fondata da mio padre e da un socio che poi, dopo qualche anno, ha preso una strada diversa. Il babbo all’epoca aveva una buona conoscenza del mondo orafo, era modellista e capofabbrica; dopodiché giunto alla maggiore età ha fondato la sua azienda. All’inizio era un laboratorio di riparazione di orologi e creazione di gioielli unici, disegnati appositamente su richiesta del cliente. Anno dopo anno le cose sono migliorate così è nato il primo negozio di gioielleria. Non sono stati anni facili, ma mio padre ha sempre avuto una grande determinazione, si è impegnato con sacrificio e forza per poter raggiungere la sua meta".   

Cosa ti ha insegnato tuo padre, la tua famiglia?

"L’impegno, la costanza, la determinazione e soprattutto: il sacrificio premia sempre. Non c’è risultato se non c’è sacrificio, questo è per me un insegnamento fondamentale cui mi aggrappo sempre. Cerco di insegnarlo anche ai miei figli anche se questa che viviamo è un’epoca molto diversa".

In azienda c’è anche tuo fratello, parlaci di lui.

"In azienda è arrivato prima lui, è più grande di me. Entrambi ci siamo impegnati in questo mondo. Ci siamo fatti le ossa con sacrificio, abbiamo dovuto superare le nostre piccole difficoltà, come la timidezza per mio fratello. Essere i figli del capo non è semplice, devi dimostrare di essere sempre qualcosa in più, devi dare l’esempio. Non ci sono sconti per i figli del capo, dovevamo essere responsabili in tutto. Io e Andrea abbiamo due ruoli diversi, ma ci integriamo tantissimo. Lui si dedica di più all’estero, io mi occupo dei clienti italiani e del contatto con i brand. Siamo una grande famiglia. Venti anni fa è entrata in azienda anche Samuela, la moglie di mio fratello Andrea. Ognuno di noi ha il suo ruolo. Siamo molto in sintonia. Oltre che soci siamo anche fratelli, con due personalità distinte ma che guardiamo nella stessa direzione".

Come coniughi tre figli, un marito e il lavoro?

"Il lavoro è la mia priorità, non si può diventare una realtà come la nostra se non si sacrifica qualcosa, per raggiungere determinati obiettivi l’impegno è assoluto. Siamo una realtà internazionale, questo presuppone essere presente in molti luoghi chiave, faccio un esempio: Porto Cervo. La nostra clientela è internazionale, la seguiamo, passo passo, durante tutto l’anno. Cerchiamo per ogni cliente di trovare il gioiello giusto, che racconti di quella persona, che narri la sua essenza. Custodisco con emozione e cura i gioielli delle mie nonne, sono le cose più preziose che possiedo seppur nella loro assoluta semplicità. Non è il valore di un gioiello ma ciò che rappresenta".

La Damiano Parati come si sta muovendo oggi?

"Abbiamo un brand di gioielli dedicato ai millennial. È cambiato il modo di fare acquisti. Abbiamo un e-commerce molto attivo, lavoriamo con la Cina ormai da tempo, oltre che in Italia e in Europa. I millennial non entrano più in negozio ma fruiscono dell’acquisto in rete. La comunicazione è virtuale, tutto passa per l’online. Gran parte di questo lo devo a mio fratello che è stato un visionario dal punto di vista commerciale. Noi curiamo personalmente le nostre piattaforme social, raccontando i gioielli che proponiamo, spiegando la loro storia sin dall’origine".

La tua cliente tipo?

"Sono donne semplici ma al tempo stesso ricercate. Donne che vogliono il particolare, non la perfezione. Donne di classe, che hanno il loro stile glamour e raffinato".

Un sogno nel cassetto?

"Aprire un negozio a Capri. È l’isola del mio cuore, il luogo dove voglio invecchiare. E poi ho un altro sogno nel cassetto: continuare a essere una persona sincera, vedere i miei figli crescere e realizzarsi nella vita".

Hai un idolo?

"Il mio babbo. È una persona vera, onesta che ancora si mette in gioco, la sua vita è in negozio e lui non perde un solo istante per continuare a contribuire nel nostro immenso progetto familiare".

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