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A cura di Barbara Fabbroni

Carnevale, il significato di 9 maschere regionali. Da Arlecchino a Pulcinella, passando per Balanzone

In Italia abbiamo una lunghissima tradizione di maschere di Carnevale, richiamano le tradizioni più antiche. Ogni regione d'Italia ha le sue maschere cui sono legate leggende e filastrocche

È Carnevale con le sue maschere, le stelle filanti, i coriandoli, i costumi divertenti o storici. Un concentrato di festeggiamenti che creano un’atmosfera leggera che in questo momento così intenso fa bene al cuore e all’anima. Non è solo una festa per bambini ma qualcosa di più.

Non si conosce bene l’origine di questa festa, seppur si ritiene che derivi da carnem levare, ovvero "eliminare la carne". Infatti, l’ultimo di carnevale coincide con il martedì grasso per poi lasciare il posto al periodo della Quaresima.

Il concetto di maschera, di rovesciamento della realtà e dello status sociale affonda le sue radici nel mondo greco e romano prima ancora che nel mondo cristiano seppur è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cristiana. Con il Carnevale si snodano gli obblighi sociali lasciando le persone libere di esprimere i loro desideri attraverso il travestimento.

La funzione della maschera è quella di celare l’identità, la persona può essere uno, nessuno, centomila.  

In Italia abbiamo una lunghissima tradizione di maschere di Carnevale. Sono maschere che, a volte, richiamano tradizioni più antiche. Ogni regione d'Italia ha le sue maschere cui sono legate tradizioni, leggende, filastrocche. Vediamo queste maschere che raccontano la storia dei nostri territori regalandoci spunti di riflessione.

Pulcinella è una maschera della tradizione napoletana. È un servo bugiardo e chiacchierone, con forti legami alla commedia dell’arte.

Meneghino appartiene alla tradizione milanese, è una maschera della città di Milano capace di svelare i difetti dell'aristocrazia.

Arlecchino e Brighella sono due maschere bergamasche, l’uno antagonista dell’altro. Arlecchino è il bambino povero che crescendo diventa furbo e vivace. La sua compagna è Colombina, veneziana. Brighella deve il suo nome al suo carattere vivace, attaccabrighe, insolente e dispettoso. È il migliore amico di Arlecchino: entrambi sono i servi della commedia dell'arte ed entrambi sono nati a Bergamo.

Colombina e Rosaura sono due maschere veneziane, rispettivamente ancella e padrona. La prima, fidanzata di Arlecchino, è civettuola, bugiarda e adulatrice, ma vuol bene alla sua padrona, giovane e graziosa.

Balanzone è una maschera bolognese, superbo e arrogante, si esprime per lo più in dialetto bolognese, citando erroneamente il latino. È convinto di essere un dotto intellettuale, ma le sue citazioni sono maccheroniche e prive di nesso. Elargisce consigli non richiesti con lunghissimi discorsi completamente astrusi.

Rugantino e Meo Patacca sono due maschere della tradizione romana. Bullo, provocatorio e arrogante il primo (poi trasformato in figura bonaria); rissoso, scontroso e popolano il secondo, l’anima di Trastevere.

Tutte queste maschere hanno in sé il desiderio di scivolare via dalla consuetudine affinché i limiti e le risorse possano essere espresse. Ognuna racconta la persona nella sua dimensione esistenziale più profonda. La scelta della maschera è importante poiché avvicina all’interiorità facendola esprimere al meglio.

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