E' una situazione mai verificatasi, quella attuale della Giostra del Saracino. Non si è mai verificato che una coppia di cavalieri prima desse l'impressione di poter fare e poi centrasse senza incertezze il massimo punteggio a disposizione, quei dieci punti che se non spezzi la lancia non puoi superare. Non era mai successo che tutti dessimo per scontato che la cosa si potesse ripetere con notevole frequenza.

Nel corso della mia vita ho visto vincere giostre totalizzando otto punti con molta soddisfazione, poi con nove e infine con dieci. Oltre non si potrà andare e intanto la pressione che i due giostratori di porta Santo Spirito (quanto talentuosi e quanto plasmati dal mago Martino Gianni allenatore? Non è poi così importante saperlo) mettono sulle spalle degli altri, quasi annulla le tattiche in giostra. Una volta si partiva spesso cercando il 4 e aspettando di vedere cosa facevano gli avversari, ma ora non è più possibile. Chi vuol vincere non può non provare a fare sempre centro.

I due ragazzi terribili hanno spostato l'asticella e indietro non si torna. Certo, errori sono sempre possibili, ma il dato incontrovertibile è che Cicerchia e Scortecci hanno raggiunto il top.

Diciamo la verità: a noi piacevano anche gli spareggi, quell'incertezza del risultato che magari coinvolgeva tre quartieri al terzo o quarto turno delle carriere.

Provo a buttarla lì senza secondi fini. E se smettessimo di controllare troppo attentamente le lance e lasciassimo deliberatamente che quelle difettose vadano in piazza il giorno della Giostra per essere sorteggiate? In fondo anche la fortuna ha sempre giocato un ruolo, nelle giostre cavalleresche e non solo...