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Redazione

Ghinelli attacca e il PD locale risponde. Chi ha ragione?

“Il comune di Arezzo vittima di un preordinato disegno politico di impoverimento del territorio ordito scientemente dalla sinistra toscana”... “disegno regionale di area vasta di ispirazione comunista”... “passiva accettazione dei diktat...

“Il comune di Arezzo vittima di un preordinato disegno politico di impoverimento del territorio ordito scientemente dalla sinistra toscana”... “disegno regionale di area vasta di ispirazione comunista”... “passiva accettazione dei diktat provenienti dai livelli superiori del partito”. Il risultato finale? “una città devastata da un’immigrazione selvaggia, con oggettivi problemi di sicurezza dei cittadini, senza risorse immediatamente disponibili, …”.

Queste frasi, tra l'altro estrapolate dal PD aretino (PD) per il suo comunicato stampa di replica, sono contenute nell'introduzione della relazione programmatica del Sindaco Ghinelli letta durante il Consiglio Comunale di Arezzo di lunedì scorso.

Indubbiamente si tratta di affermazioni pesanti, ma a noi interessa soltanto capire se sono vere oppure no.

E allora analizziamone una alla volta.

1) Il comune di Arezzo è stato vittima di un preordinato disegno politico di impoverimento del territorio ordito scientemente dalla sinistra toscana?

La risposta è sì ma, come direbbe il povero (politicamente) Veltroni, anche e no. E' senz'altro vero che Arezzo ha subito qualche contraccolpo dalla politica delle aree vaste e dalle sue conseguenze, ma è difficile pensare che simili scelte siano state perpetrate per danneggiare Arezzo. E' più probabile che si sia cercato di blindare il potere del PD in regione (come con la gara per l'assegnazione della gestione dei rifiuti di Arezzo, Siena e Grosseto, assegnata all'unico raggruppamento partecipante tutto legato al PD) e di correre in soccorso di qualche componente dello stesso partito in forte difficoltà (quella senese, per capirsi). La necessità di risanare le casse delle aziende senese e grossetana che si occupavano dei rifiuti ha fatto il resto.

Quindi direi che è vero che Arezzo ha sofferto della politica regionale sulle aree vaste, ma che non si è trattato di un disegno preordinato ai danni degli aretini.

2) Il disegno regionale di area vasta è di ispirazione comunista?

Questa pare essere un'affermazione solo politica che poco pare avere a che fare con la realtà. Il comunismo è da tempo sepolto e semmai alla base della scelta (almeno formalmente) c'è un tentativo di risparmiare soldi pubblici; tentativo che i cittadini, così come gli addetti ai lavori, sapevano bene che non avrebbe sortito alcun effetto pratico positivo.

3) Nel PD aretino c'è stata una passiva accettazione dei diktat provenienti dai livelli superiori del partito?

Certamente sì, anche se in un partito è normale che sia così. Magari si poteva discutere, protestare a livello locale, ma ai dirigenti del PD sono mancate le p...e.

4) Il risultato finale delle scelte regionali subite da Arezzo e della amministrazione PD cittadina è che il capoluogo è devastato da un'immigrazione selvaggia, con problemi oggettivi di sicurezza dei cittadini e senza risorse immediatamente disponibili?

Immigrazione selvaggia? A me pare che la realtà aretina non possa essere presentata come vittima di "immigrazione selvaggia", ma se anche lo fosse, l'amministrazione cosa avrebbe dovuto o potuto fare? No, non è una responsabilità che mi pare attribuibile a chi ha governato Arezzo negli ultimi dieci anni, e non mi pare nemmeno una realtà.

I "problemi oggettivi di sicurezza" sono sorti negli ultimi tre mesi? Perché ricordo a Ghinelli che durante la campagna elettorale proprio lui ha più volte pubblicamente parlato di criminalità in calo (secondo i dati delle forze dell'ordine) e di scarsa sicurezza solo percepita.

In relazione alla mancanza di risorse immediatamente disponibili occorre segnalare che quello che venne indicato come un "buco" milionario nei conti del comune è oggi diventato una "mancanza di risorse immediate". Questo significa che chi se n'è andato ha lasciato i conti in ordine e parecchi lavori pubblici da completare e mettere in cantiere; sinceramente a Ghinelli e soci poteva andare peggio.

Detto ciò occorre ricordare che a Ghinelli oltre al PD come partito ha replicato il capo dell'opposizione a Palazzo Cavallo, quel Matteo Bracciali che, tra l'altro, nella sua intervista raccolta da Sergio Rossi (caposervizio de La Nazione), ha glissato quando gli è stato chiesto "Non trova che Arezzo sia stata penalizzata fortemente da certe scelte regionali?" rispondendo "Non è questo il punto...".

Segnalo a Bracciali che di "non è questo il punto" gli italiani (non solo aretini) ne hanno piene le tasche.

Questo non toglie che anche lo stesso Bracciali abbia certamente ragione quando dice che Ghinelli rischia di isolare Arezzo rispetto alla Regione (ndr: una delle poche fonti di denaro per il territorio) e al Governo nazionale.

Ma allora cosa dovrebbero fare Ghinelli e soci? Rinunciare alle proprie idee per sottostare ai diktat di chi nemmeno riconoscono come autorità politica?

Non è pensabile. E' invece lecito aspettarsi che il sindaco agisca nell'interesse della città, tutta la città; rossa, bianca, grillina o nera che sia. Anche perché di voti la cosiddetta maggioranza ne ha presi pochini, come del resto l'opposizione.

Ecco, credo che questo fatto Ghinelli e soci debbano ben tenere a mente durante il loro mandato.

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