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Redazione

il degrado è diffuso in ogni campo, anche in quello del Saracino

Ho ricevuto questa lettera da un quartierista di Colcitrone. La pubblico interamente perché mi pare sincera ed interessante; utile a stimolare qualche riflessione non banale. Caro Brunacci, leggo sempre con piacere e interesse i tuoi interventi...

Ho ricevuto questa lettera da un quartierista di Colcitrone. La pubblico interamente perché mi pare sincera ed interessante; utile a stimolare qualche riflessione non banale.

Caro Brunacci, leggo sempre con piacere e interesse i tuoi interventi su Arezzo Notizie, e da ultimo: «Quelle serate dei Quartieri della Giostra» . Io, proprio di fronte a Porta Crucifera, ci sono nato sessant'anni fa e ci ho sempre abitato. Sono un quartierista e ho ricoperto molte volte ruoli dirigenziali. Considero un certo tipo di attività di questo Quartiere l'’’ultima spiaggia’’ per il rione di Colcitrone: non esistesse il Circolo - aperto nel 1984 - una vasta zona di centro storico sarebbe ‘’al buio’’ completamente; dal canto de' Bacci in su, fino alla chiesa di Santa Croce, sussistono ormai due sole ‘botteghe’, un fruttivendolo e un alimentari-tavolacalda, in Via Mazzini; il resto è deserto... Non fanno e non possono fare socialità i restauratori e gli antiquari, almeno nel senso che ci aveva consegnato tradizionalmente questo popolare rione. Quanto agli abitanti, sai meglio di me che saranno ormai qualche centinaio soltanto, nell'area che da Via Mazzini va su nel Corso, Piazza Grande, Via Pellicceria, scende Piaggia San Lorenzo e va verso Colcitrone e Santa Croce. La loro età media credo superi, forse nemmen di poco, il mezzo secolo. Un disastro sociale, soprattutto se paragonato al passato che tutto questo rione può vantare. Con tale premessa, è evidente che la presenza del Quartiere rappresenta soltanto quello che un piccolo ciuffo di cotone potrebbe nel tamponare una copiosa epistassi; infatti, l'attività che tutti i Quartieri riescono a mettere in campo risulta quasi esclusivamente proiettata verso la Giostra: cercare di vincere e rivincere assorbe il novanta per cento dell'impegno, anche economico. E' questo, a mio parere, che ha causato la deriva in cui tutti i Quartieri vanno dibattendosi nelle cosiddette ‘’settimane del Quartierista’’. Il fatto che la programmazione di queste ‘’settimane’’ veda quasi esclusivamente serate ‘gastronomiche’ e ‘musicali’, io credo dimostri l'incapacità e l'impossibilità per i Quartieri di misurarsi in altro campo che non sia quello di Piazza Grande; e due Giostre l'anno per quattro contendenti sono una bestialità, anche statistica: le eccezioni, come si sa, confermano la regola. Dunque, da disastro sociale a profonda inadeguatezza culturale; la quale sappiamo, purtroppo, quanto gravi sull'intera città.

Le responsabilità politiche e istituzionali sono chiare - perfino reo confesse (1) - e queste responsabilità si sono enormemente aggravate a causa delle persone che, finita l'era Ducci, hanno via via occupato lo scranno della più alta magistratura cittadina - anche se i Sindaci cui voglio riferirmi in particolare sono senz'altro Ghinelli e Fanfani. Giocoforza abbiamo assistito a una generale deriva per questa città e, di conseguenza, anche di strutture come i Quartieri; ma cosa ci si può aspettare, se qui ci è persino fallita la Banca?!... Quindi questi Quartieri, senza una guida capace come tutto il resto, attualmente (ma già da troppo tempo) varano, in questo terreno melmoso dove la città è naufragata, dei tipi di intrattenimento bestiali; naturalmente con la precisa responsabilità e complicità dell'Amministrazione Comunale. Un dipendente della ASL competente nella materia mi ha più volte espresso il proprio dubbio sulla questione: ci sono normative regionali che regolano l'emissione di suoni, queste normative prevedono delle deroghe - in una certa misura: per durata e intensità -, le deroghe che concede il Comune ai Quartieri sono illegali?! La precisa opposizione dei residenti messa in campo quando fu tentata l'organizzazione di Arezzo Wave agli Orti Redi lo dimostrerebbe; un'opposizione costruita con avvedutezza e puntualmente suffragata in base alle normative vigenti.

Certo, bisogna considerare che il numero dei soci di un Quartiere basta e avanza per fare e disfare una maggioranza in Comune: non so se rendo l’idea... Mi fermo qui: per un giornalista d’inchiesta come te credo ci possa essere da ‘divertirsi’…

Cordialmente, un quartierista amareggiato di Colcitrone

(1) nei cinque anni dal 1970 al 1975, decisivi per il Comune di Arezzo, non solo per le straordinarie realizzazioni nella scuola, per la ‘metanizzazione’ della città e delle principali frazioni, per lo sviluppo dei servizi di trasporto urbano, ma soprattutto per le capacità programmatorie dell’amministrazione che seppe guardare ben più lontano della scadenza del mandato niente di veramente decisivo avvenne per una crescita culturale della città». (Nino Materazzi in: “POLITICA E ISTITUZIONI AD AREZZO dall’Alto Medioevo all’Età Contemporanea” a cura di Luca Berti, Società Storica Aretina, Arezzo, 2013).

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