Qualcosa sta minando il lavoro fatto in piazza Sant'Agostino. E' stato forse l'intervento pubblico più importante (non per quantità, ma di certo per qualità) portato a termine nel centro storico di Arezzo nel dopoguerra, uno di quelli che restituiscono a un luogo una dignità in parte perduta e un aspetto nuovo, più accogliente e vivibile.

Grazie a quell'intervento, in parte condiviso con la popolazione, la piazza è divenuta un luogo pulito, di incontro per molti giovani e non solo, nonché sede di diverse manifestazioni cittadine capaci di attrarre molte centinaia di persone.

Una piazza risollevata da un degrado che aveva raggiunto livelli preoccupanti, sopratutto per via dello spaccio di droghe che vi si svolgeva, ma anche per una difficile utilizzabilità degli spazi. Rendendola pedonale e realizzando al centro una fontana (laddove un tempo era un abbeveratoio per i cavalli dei viandanti), si è portata la piazza al ruolo che oggi ha, quello di un nuovo polo cittadino, un punto di riferimento.

Negli ultimi due anni, però, la fontana si è spenta e nessuno pare includere il suo ripristino tra i lavori pubblici da fare. Sembra che una sostanza utilizzata per la pulizia dell'acqua abbia corroso il marmo. Tutto è possibile, ma anche ripristinare la fontana lo è, e va fatto.

Ultimamente anche la sosta selvaggia impunita si è riaffacciata nella parte alta della piazza, quella del sagrato della storica chiesa di Sant'Agostino e dei suoi dintorni.

Di sicuro non è questo il modo di conservare al meglio l'investimento fatto dalla città su quella piazza e sorge il sospetto che non ci sia la volontà di intervenire in nessun modo in quella che è stata da sempre la piazza del PCI e poi del PD aretino. Se così fosse, ma non ci voglio credere, sarebbe davvero triste.

Amministrazione comunale, se ci sei batti un colpo! E' giusto intervenire in periferia, ma quel che è stato fatto (da chiunque) occorre mantenerlo, altrimenti il degrado avanzerà di nuovo...