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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il commento del sindaco Ghinelli dopo l'incontro con alcune famiglie arcobaleno

Dopo quello che definisce un "cordiale incontro" con alcune coppie gay e con i loro bambini, Ghinelli comunica così il proprio pensiero: “Ho conosciuto una realtà motivata e ben consapevole della propria presenza in città. Quello che è emerso è...

Dopo quello che definisce un "cordiale incontro" con alcune coppie gay e con i loro bambini, Ghinelli comunica così il proprio pensiero:

“Ho conosciuto una realtà motivata e ben consapevole della propria presenza in città. Quello che è emerso è che il nostro territorio, la nostra società civile, accetta senza particolari atteggiamenti di discriminazione la loro realtà di coppia e di genitori. Ho percepito prima di tutto la ferma determinazione al pieno riconoscimento del ruolo genitoriale, la loro certezza di poter svolgere al meglio il compito di educatori nei confronti dei propri figli. E proprio i figli, il rispetto dei diritti dell'infanzia, l'attenzione alla sensibilità dei bambini sono stati al centro del nostro dialogo. A questi ultimi innanzitutto deve mirare l'impegno di tutti per una crescita corretta. La porta del Comune è aperta a tutti”.

Le parole del sindaco di Arezzo, che nei giorni scorsi si è dovuto barcamenare tra posizioni diverse all'interno della propria maggioranza in relazione al Gay Pride aretino, sono molto ponderate e attente a non urtare la sensibilità di alcuno.

Tuttavia si legge tra le righe un imbarazzo nell'affrontare certi argomenti e una qualche difficoltà a prendere una posizione netta a scanso di equivoci.

Il frutto della divergenza di idee all'interno della maggioranza è stato il mancato patrocinio al Gay Pride di sabato scorso da parte dell'amministrazione comunale; ma Ghinelli, se non altro personalmente, ha cercato in ogni modo di apparire come un uomo al passo coi tempi, che è lontano dal voler discriminare in qualsiasi direzione.

Avrebbe convinto di più, in questo senso, se nella frase "la nostra società civile accetta senza particolari atteggiamenti di discriminazione la loro realtà di coppia e di genitori." avesse saputo o voluto omettere la parola "particolari", che è indice di incertezza, ma sopratutto di una necessità di non dispiacere a qualcuno che della discriminazione forse non si scandalizzerebbe.

Quando il sindaco dice, riferendosi ai figli delle coppie gay, "a questi ultimi innanzitutto deve mirare l'impegno di tutti per una crescita corretta." Parla di un impegno di tutti nel senso della comunità, come se i genitori gay non potessero essere in grado di crescere correttamente i propri figli.

E anche quando dice che "La porta del comune è aperta a tutti." Ghinelli genera in chi legge il suo comunicato la stessa sensazione che in lui alberghi l'imbarazzo e quindi la nacessità di sottolineare qualcosa che dovrebbe essere assolutamente scontato. Qualcuno forse dubita che la porta del comune si debba aprire per tutti?

Si potrà pensare che io mi aggrappi a dettagli apparentemente insignificanti, ma non è così. Un comunicato equivalente emesso da un sindaco di centrosinistra sarebbe stato diverso, di sicuro nei tre punti da me indicati, ma non soltanto.

In fondo segnalare certi passaggi è anche un modo per ribadire un concetto che chi scrive ha sempre difeso. Destra e sinistra esistono ancora, al di là dei partiti. Sono nei cuori e nelle menti dei cittadini.

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