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A cura di Lucrezia Lombardo

Marciano della Chiana, un luogo ameno in cui ritrovar se stessi

Passeggiando per i vicoli di Marciano e per le campagne adiacenti, mentre spira il vento d’estate e il sole tramonta, quel passato di storie e leggende, di gente semplice e terrigna, si rianima e le cose si accendono di un colore nuovo

Nel cuore della Valdichiana, tra campi di grano arsi dal sole ed estesi vigneti, si erge Marciano, borgo medievale, su cui svetta la Rocca, antico avamposto e fortezza militare oggi adibita a polo culturale multifunzionale.

Si è conclusa domenica 31 luglio la rievocazione della storica battaglia di Sacannagallo, che il 2 agosto del 1554 vide fronteggiarsi i franco-senesi ed i fiorentini, alleati degli spagnoli, portando alla vittoria dei secondi e dando così avvio alla storia della Toscana.

La Rocca, con la sua atmosfera mistica, domina l’intera vallata, offendo una panorama incantevole e, una volta all’anno, diventa sede, assieme all’intero borgo ed a Pozzo della Chiana, della rievocazione della battaglia del 2 agosto, con figuranti e bancarelle medievali che ricreano il passato mitico di questi luoghi.

Per la prima volta, la rievocazione, affidata all’Associazione “Gruppo Storico Scannagallo”, è stata affiancata da una serie di concerti, che hanno animato le giornate con un repertorio cinquecentesco senza pari. Il gruppo musicale “Anonima Frottolisti” ha infatti rallegrato la serata del 31 assieme a un coro di voci, riportando il pubblico indietro nel tempo e riempiendo tutti di stupore. Dopo essere partito dal cuore di Marciano, la celebre Piazza Fanfulla, il coro si è diretto presso la Rocca, dove la musica strumentale del gruppo “Anonima Frottolisti” ha eseguito brani raffinatissimi, concludendo l’esecuzione presso la Chiesa del borgo, nella quale, tra gli altri dipinti di pregio, si distingue una luminosa “Madonna con bambino” di Bartolomeo della Gatta.

Marciano è così riuscita a diventare un fiore all’occhiello per la cultura nell’intera Valdichiana, distinguendosi, oltre che per la rievocazione storica dedicata a Scannagallo, anche per un’intesa attività in favore dell’arte contemporanea, che ha fatto della rocca la protagonista di una serie di mostre per la rassegna “Corpi di luce”, la prossima delle quali verrà inaugurata il 10 settembre e vedrà esposte le opere dell’artista giapponese Tetsuji Endo.

Borgo di storie, sede di uno dei castelli militari più belli dell’Italia centro-settentrionale, Marciano è un crocevia nel cuore della Valdichiana e un gioiello intatto di architettura medievale. La leggenda racconta inoltre che proprio presso l’antico borgo si siano incrociate le vicende della celebre contessa Matilde di Canossa e del condottiero Fanfulla da Lodi: la tradizione popolare locale narra di una miracolosa guarigione agli occhi della Contessa, avvenuta mentre attraversava Marciano in carrozza, viaggio verosimilmente riscontrabile nelle fonti storiche.

Oltre a essere sede di leggende e luogo di primaria importanza nella storia regionale e nazionale, Marciano possiede persino dei vasti camminamenti sotterranei, di età medievale, unici nel loro genere e che, dalla rocca, percorrono il borgo e proseguono per chilometri, poiché vennero pensati come via di fuga per i militari a cavallo appostati presso la Torre. E’ durante i lavori di restauro della rocca che, peraltro, sono stati rinvenuti preziosi reperti di origine medievale e antecedente, tra cui un flauto d’osso e vari utensili, che sono stati esposti, per la prima volta, in occasione della mostra “Fragmenta”, svoltasi presso la torre nel 2020.

Oltre a questo serbatoio sconfinato di storia e cultura, Marciano e l’intera Valdichiana sono sede di quella preziosa tradizione contadina che ha animato la nostra terra sino all’avvento dell’industrializzazione. Tra fattorie, case coloniche, canali e campi, la Valdichiana, un tempo acquitrinosa e poi bonificata, è stata protagonista della stagione della mezzadria, una stagione che ha segnato profondamente il nostro paese e che ne costituiva la fisionomia predominate, come racconta Ermanno Olmi nel bellissimo film “L’albero degli zoccoli”. Proprio questa secolare cultura, fatta di tecniche agricole, di storie, di segreti e ritmi della natura, di sacro e di profano, è ancora oggi custodita nei racconti di uomini e donne che hanno vissuto quegli anni e che sono gli ultimi depositari di un mondo che lo sviluppo industriale e tecnologico sta ormai cancellando, poiché la memoria di quel tempo è conservata unicamente nelle parole degli anziani sopravvissuti, mentre le nuove generazioni ignorano del tutto questa parte di memoria, tanto importante, eppure bistrattata.

Passeggiando per i vicoli di Marciano e per le campagne adiacenti, mentre spira il vento d’estate e il sole tramonta, quel passato di storie e leggende, di gente semplice e terrigna, si rianima e le cose si accendono di un colore nuovo, la frenesia cede il posto all’attesa, il surplus di parole all’ascolto, la vista si riempie d’immagini sublimi di opere d’arte inattese e paesaggi naturali che riportano in armonia l’uomo e il mondo. E’ questo il potere di antichi borghi appartati come Marciano, loci amoeni in cui è possibile ritrovare se stessi.

Marciano della Chiana, un luogo ameno in cui ritrovar se stessi

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