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A cura di Lucrezia Lombardo

Un caffè col regista Alessandro Perrella e il suo “Infermo 1911”

Amante del cinema sin da ragazzo, Perrella è uno dei pochi registi viventi che hanno scelto di dedicarsi ai film per pura passione

Domenica 10 ottobre, alle ore 18.00, nella splendida cornice del Teatro Petrarca di Arezzo, si terrà la proiezione, in prima visione assoluta,  dei film “Inferno 1911” e “Dante sulla Bocca di tutti”. L’evento si deve al Lions Club Arezzo Chimera ed alla Fondazione Guido d’Arezzo e rientra  tra le iniziative dedicati alla celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante.

Alcuni giorni fa ho avuto il piacere di conversare con il regista Alessandro Perrella, autore dei due film sopra citati. Dopo avermi raccontato com’è nata la sua passione per il cinema, Perrella si è addentrato nella descrizione dell’idea che ha partorito “Inferno 1911”, il primo colossal del cinema italiano. Il film muto “Inferno 1911” (regia di Francesco Bertolini) è diventato di dominio pubblico grazie alla Cineteca di Bologna, ma sono stati lo stesso Alessandro Perrella ed Ornella Stella a doppiare la pellicola attraverso la preziosa collaborazione di Gianna Ghiori, Direttrice del Coro Giovanile Voceincanto, che ha eseguito la musica composta da Francesco Corrias. Le voci, incise e montate sul film, originariamente muto, hanno così conferito ai demoni -protagonisti assoluti dell’Inferno, assieme ai peccatori- la possibilità di esprimersi attraverso quella che potremmo definire “la tecnica del linguaggio rovesciato”. Ultimo film del cinema di visione, “Inferno 1911” si caratterizza per una forte teatralità, che si lega ai primi effetti speciali.  Dovremo tuttavia aspettare il 1913 e l’uscita del film “Cabiria” -di cui il celebre poeta D’Annunzio scrisse le didascalie- per vedere il cinema narrativo prendere campo e, con esso, per riconoscere sulla scena i sentimenti e l’emotività dei personaggi.

Amante del cinema sin da ragazzo, Perrella è uno dei pochi registi viventi che hanno scelto di dedicarsi ai film per pura passione, quella stessa passione che l’ha portato, negli anni della formazione, ad essere aiuto registra del grande Rossellini e che ha fatto di lui uno degli autori più sensibili e originali della nostra contemporaneità.

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