Secondo Andrea Cangini, uno dei più prestigiosi commentatori del Quotidiano Nazionale, quello che esprime dimostrando efficacia e capacità di sintesi il vecchio attore/regista americano, è il pensiero dei più. E' il vecchio cow boy, sostiene Cangini, a dare dei fatti la giusta lettura. "La verità è che siamo tutti stufi del politicamente corretto", ha detto Eastwood cercando di spiegare il fenomeno Donald Trump.

Cangini, che a quanto pare non aspettava altro che il la per intervenire drasticamente sulla questione, associa al fenomeno americano quelli europei dell'antipolitica di successo e fa un elenco "liberatorio" delle cose di cui secondo lui vorremmo tutti liberarci. Scrive Cangini:

Non se ne può più del politically correct e del buonismo da boy scout. Degli operatori ecologici, del genitore A o B, delle finte missioni di pace, della religione che non c'entra, dell'omologazione tra uomo e animali, del relativismo a tutti i costi e altro ancora.

Cangini ha certamente molte ragioni e quello che chiama il vaffanculo di moda muove certo da questa esasperazione di fondo, ma trascura totalmente le responsabilità degli stessi cittadini, americani o europei che siano, i quali continuano a parlare di "loro" riferendosi ai politici, anche quando "loro" siamo noi; quando non è più vero che "loro" sono sempre gli stessi.

Quello della firma di QN suona come uno sfogo contro certi vizi della nostra società, ma Cangini commette l'errore di prendersela con delle persone fisiche come Obama e Renzi (e anche il Papa), che dell'occidente ultimo sono solo figli, non certo padri.

Quel che più spaventa, delle considerazioni di Eastwood e di Cangini, è però la conseguenza, accettata dai due, che è quella di finire dalla parte dei cattivi contro i buoni, e io, che sono cresciuto a pane (molto) e western (un po' meno) non ci sto. Preferisco di gran lunga cercare di correggere i buoni (sti), piuttosto che consegnare l'occidente in mano ai cattivi (sti). Catalano docet, per chi lo ricorda ancora.