C'è un silenzio che pesa moltissimo sul conflitto tra fondamentalisti islamici e occidente imperialista. Si tratta di quello che proviene dalle comunità musulmane in occidente (e non solo). Non bastano le dimissioni del secondo imam di Francia per importanza; le sue sono però parole pesantissime e hanno bisogno di un seguito importante. Non è ragionevolmente accettabile che si verifichino stragi come quella dell'altra sera a Nizza, non lo è indipendentemente dalle colpe dell'occidente, che si è certo macchiato di crimini ingiustificabili, ma che non ha mai fatto la guerra genericamente al mondo islamico o alle persone di fede musulmana più o meno ortodossa.

Non è accettabile che si inciti all'odio contro chi non ha alcuna colpa, e non lo è che si invitino i musulmani a colpire un nemico generico con qualsiasi mezzo a disposizione.

In queste ore la voce dell'islam non si è alzata forte contro gli attentati in Europa; contro le atroci ferite inferte a tradimento alla Francia da qualche esaltato caricato a molla. Si è anzi sentita l'eco dei festeggiamenti dell'ISIS per un fatto barbaro che nessun essere umano (proprio in quanto umano) può condividere o anche solo accettare.

Occorre un salto di qualità. Bisogna riportare lo scontro su binari umani. Da parte di noi occidentali (USA in testa) deve indispensabilmente prevalere la ricerca della pace rispetto a quella dell'oro nero, mentre da parte musulmana è necessario evitare il ricatto verso l'occidente e isolare l'ISIS e il fondamentalismo che sta dietro questa assurda guerra che colpisce solo innocenti, portata avanti da protagonisti disgraziati, direttamente o indirettamente stimolati.

Il modello di società c'entra poco con quel che sta accadendo, e bisogna riconoscerlo da entrambe le parti, pena un tutti contro tutti che l'ignoranza vera fomenta a dismisura. Fra quanto assisteremo agli scontri all'ultimo sangue sul pianerottolo del condominio?

E Arezzo non si illuda di essere fuori dal rischio vero. Anche qui c'è bisogno di voci forti e chiare.