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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Redazione

Buon 2018, nonostante tutto

Arezzo si è detta Città del Natale, ma non ha passato un buon 2017, non lo ha potuto fare per vari motivi i primi dei quali non sono episodici, ma ormai realtà quotidiana. Ancora una volta dobbiamo lamentare la difficoltà dei lavoratori (o...

Arezzo si è detta Città del Natale, ma non ha passato un buon 2017, non lo ha potuto fare per vari motivi i primi dei quali non sono episodici, ma ormai realtà quotidiana. Ancora una volta dobbiamo lamentare la difficoltà dei lavoratori (o aspiranti tali) nel trovare occupazione a tempo indeterminato. In molti casi si tratta di posti di lavoro che non sono tornati dopo la profonda crisi degli anni precedenti. Il nostro territorio è costellato di piccole aziende e i licenziamenti e le cessazioni di attività degli anni scorsi si sono notate poco sui media, ma molto nelle famiglie. Chiude un artigiano che dà lavoro a tre persone e nessuno se ne accorge, se non le quattro famiglie dell'artigiano e dei suoi ex dipendenti. In questo modo negli anni scorsi abbiamo perso grandi numeri di occupati e per contro si è riscontrata una qualità dell'occupazione davvero scadente per chi il lavoro ce l'ha. Orari insostenibili, aperture domenicali sempre più frequenti e contratti a tempo determinato, in molti casi determinatissimo.

Ancora una volta Arezzo è finita sulle prime pagine dei giornali ripetutamente e per questioni negative. L'affaire Banca Etruria è stato il caso dell'anno (e anche del 2016) al quale, come se non bastasse, si è aggiunto quello Boschi.

Insomma, ad Arezzo non si respira un'aria salubre di questi tempi, ma proviamo comunque a festeggiare il Natale in famiglia (e qualcuno in chiesa), come se per qualche ora le difficoltà del quotidiano potessero essere dimenticate.

Noi, fieri Botoli Ringhiosi, non ci arrendiamo e sapremo rinascere, c'è da scommetterci.

Buon anno nuovo a tutti.

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