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L'Opinione di Brunacci

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A cura di Gianni Brunacci

Simmetrie - Un pubblico di ultracinquantenni in piazza San Domenico per "Benvenuti in Casa Gori"

Non c'era il pienone, ma un pubblico numeroso (qualche centinaio di persone) in piazza San Domenico ad Arezzo per assistere al vecchio (ma sempre verde) cavallo di battaglia teatrale di Alessandro Benvenuti. Per chi ha meno di cinquantanni si è...

Non c'era il pienone, ma un pubblico numeroso (qualche centinaio di persone) in piazza San Domenico ad Arezzo per assistere al vecchio (ma sempre verde) cavallo di battaglia teatrale di Alessandro Benvenuti.

Per chi ha meno di cinquantanni si è trattato di un'occasione persa per vedere all'opera un bravo attore in una performance accattivante, divertente e intelligente.

A noi che i cinquantanni li abbiamo compiuti da un po', Alessandro ricorda altri tempi, quelli dei Giancattivi (trio comico che comprendeva Athina Cenci e Francesco Nuti) in TV o sul set (con A Ovest di Paperino), ma anche quelli del suo percorso dopo lo scioglimento del trio (Benvenuti in Casa Gori o Ivo il Tardivo, girato a Castelnuovo dei Sabbioni).

Ai più giovani non dice niente o giù di lì, e la prova è appunto quella di una piazza San Domenico dove gli under cinquanta erano mosche bianche; eppure la riproposizione di Benvenuti in Casa Gori avrebbe divertito anche loro.

L'autor'attore fiorentino dimostra in quel monologo, nel quale interpreta oltre dieci personaggi pur non muovendo un passo dal centro della scena per un'ora e un quarto, di essere non solo bravo, ma soprattutto capace della sensibilità necessaria a cogliere i caratteri di chi lo circonda.

Lo spettacolo altro non è che la rappresentazione di un pranzo di Natale come quelli che abbiamo vissuto un po' tutti. L'occasione di incontro annuale delle famiglie allargate ai parenti (nipoti, cugini e zii) è una tavolata immaginata intorno alla quale c'è il classico nonno toscano, l'altrettanto classica nuora, il figlio un po' bischero, il nipote "ingenuo", gli zii, i cugini e la bebè che non sa ancora parlare (forse). Si tratta di un testo e una recitazione che non fanno sconti, che puntano sulla verità per coinvolgerci fino in fondo, per farci sentire intorno a quella tavola.

Non esiste alcun toscano (ma probabilmente anche lombardo o siciliano...) che, dopo aver assistito alla rappresentazione di Benvenuti in Casa Gori, non debba asciugarsi qualche lacrima da risata. Teatro leggero, certo, ma di qualità, proposto a un prezzo equo (15 euro) in una bella piazza come quella di San Domenico ad Arezzo.

Simmetrie prosegue vivace con un programma fittissimo...

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