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Redazione

Quando Banca Etruria mi chiamava per sondare il terreno...

Un paio di volte. Si trattò di un paio di telefonate con le quali un allora altissimo dirigente di Banca Etruria mi invitava ad andarlo a trovare in sede. Sul momento non capii bene il significato di quelle convocazioni, anche se poi le domande...

Un paio di volte. Si trattò di un paio di telefonate con le quali un allora altissimo dirigente di Banca Etruria mi invitava ad andarlo a trovare in sede. Sul momento non capii bene il significato di quelle convocazioni, anche se poi le domande che mi vennero poste mi convinsero del fatto che fossero chiamate dovute alla mia attività giornalistica.

la principale era "Cosa si dice in giro su Banca Etruria? Come viene percepito l'istituto?"

E io ingenuamente rispondevo che non si avvertiva un'aria ostile e che tutto sommato, nonostante alcune chiacchiere non proprio esaltanti, il rapporto tra gli aretini e la loro Banca di riferimento non mi pareva incrinato.

Col senno di poi ho compreso di più su quegli incontri, su quelle domande. E con le testimonianze dei dipendenti di questi giorni tutto mi è tornato alla mente e si chiarisce.

Era proprio il momento in cui il titolo stava diventando spazzatura e partiva l'offensiva dei derivati; quello in cui in attesa di trovare un partner "di elevato standing" la Banca cercava di sopravvivere a qualunque costo e nella speranza che il vento cambiasse.

Poi l'unico "elevato standing" reperito (da chi?) fu quello della Popolare di Vicenza, cioè spazzatura come e più di Banca Etruria...

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Quando Banca Etruria mi chiamava per sondare il terreno...

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