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Arezzo da amare

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A cura di Marco Botti

Quarata

Il castello di Quarata: storia e segreti dell'antico insediamento

Dalla parte più alta dell’antico castello abbaziale si può godere di un meraviglioso panorama sui tetti di Quarata, con lo sguardo che si perde fino a Ponte Buriano

Lungo la via Setteponti, a circa quattro chilometri da Arezzo, Quarata è l’ultima località che si incontra a nord ovest prima del celebre attraversamento sull’Arno di Ponte Buriano.

Osservandola dal fiume, la frazione ci appare ancora oggi come un borgo incastonato su un grande scoglio roccioso, a guardia della piana alluvionale. La parte moderna si è invece sviluppata sul lato che guarda la città.

Se nel suo nome emergono le origini romane, in riferimento probabilmente alla centuriazione del territorio della fine del I secolo a.C., Quarata ha nel medioevo il periodo più importante, grazie alla posizione strategica all’interno della cosiddetta “Terra Martinensis”.

Nel X secolo, dove era una chiesa dedicata a Sant’Andrea, sorse un monastero benedettino che nel 963 era già dipendente dall’influente badia delle sante Flora e Lucilla a Turrita di Olmo, come riporta lo storico archivio del’abbazia. Nel 1015 il monastero fortificato era divenuto un importante castello abbaziale, come scrive anche Jean-Pierre Delumeau nel monumentale “Arezzo. Espace et sociétés 715-1230” del 1996.

Simone de Fraja, nelle sue preziose ricerche sulle fortificazioni della zona, ricorda invece che nel 1163 il “castrum” di Quarata fu saccheggiato dalle bande del marchese Ugo di Uguccione.

Secondo la tradizione Quarata ospitò alla fine del 1275 papa Gregorio X in cattive condizioni di salute, di ritorno in Italia dal Concilio di Lione. Grazie ai buoni rapporti tra il pontefice e il vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini, che aveva partecipato al concilio, il papa doveva infatti trascorrere le festività natalizie ad Arezzo per rimettersi in sesto, celebrare la messa di Natale e quindi riprendere il suo viaggio verso Roma.

Gregorio X lamentava da mesi problemi di salute e febbri continue. Giunse nel territorio aretino attraversando il Valdarno e quindi il nuovo Ponte Buriano, ormai in dirittura di arrivo, che sarebbe stato ultimato nel 1277. Le condizioni precarie convinsero la scorta papale a fermarsi a Quarata per una ultima sosta intermedia, forse nel palazzo dell’abate benedettino, prima di ripartire verso Arezzo dove il pontefice fu sistemato nel palazzo vescovile.

Il 10 gennaio 1276 la situazione precipitò e il papa passò a miglior vita. Tra i quaratini è ancora diffusa l’idea che Gregorio X, al secolo Tedaldo Visconti, non raggiunse mai il Vescovado di Arezzo ma morì a Quarata.

Nel corso del Trecento, in mano ai Tarlati, il castello di Quarata venne rinforzato, ma nel corso di quel secolo subì saccheggi e danneggiamenti a più riprese da parte della fazione guelfa aretina.

Alla fine del Quattrocento la chiesa abbaziale di Sant’Andrea accrebbe la sua importanza, acquisendo anche il titolo di pieve in sostituzione di quella di San Martino a Galognano, ormai fatiscente.

Nuovi danni al castello di Quarata furono arrecati durante la ribellione di Arezzo da Firenze del 1502, poiché divenne il quartiere generale dei fiorentini, messo a ferro e fuoco il 17 luglio di quell’anno. A capo dell’insurrezione c’era Vitellozzo Vitelli appoggiato da Cesare Borgia, che in quegli stessi mesi aveva commissionato a Leonardo da Vinci una serie di rilievi sul territorio compreso tra il Valdarno Superiore e la Val di Chiana. Secondo gli studi di Carlo Starnazzi, colui che nei 1992 ha riconosciuto l’ambientazione di Ponte Buriano sullo sfondo della Gioconda, Leonardo in versione cartografo utilizzò Quarata come punto di osservazione privilegiata.

Nel corso dell’Ottocento, con l’ex monastero benedettino e la sua chiesa abbandonati in seguito alle soppressioni e a rischio crollo, c’era bisogno di una nuova sede parrocchiale. La scelta cadde sull’oratorio appartenuto alla Compagnia di Santa Maria della Misericordia, che a Quarata gestiva un ospedale trecentesco, dal 1546 in mano all’Ospedale del Bigallo di Firenze. Nel 1922 anche il tetto di questo edificio rovinò ma fu restaurato. Negli anni Trenta la chiesa intitolata nuovamente a Sant’Andrea fu munita di una torre in mattoni, che ancora spicca elegantemente sullo skyline quaratino.

Di fronte alla chiesa si nota la lapide a ricordo del frate francescano Ermenegildo Bindi, meglio conosciuto come Andrea da Quarata, uno dei missionari apostolici più noti dell’Ottocento. Una rappresentazione del personaggio fu dipinta da Venanzio Bolsi negli anni Trenta del secolo scorso per la cappella di sinistra della chiesa di Sant’Antonio da Padova e San Francesco Stimmatizzato di Saione. Andate a cercarla quando visitate quel luogo.

Del castello abbaziale sorto nel medioevo rimangono oggi solo alcune parti, come una delle due porte di accesso raggiungibile attraverso una suggestiva rampa. L’arco è sormontato da uno stemma vescovile, riferito al fiorentino Roberto degli Asini, vescovo di Arezzo dal 1433 al 1456.

L’altra porta è invece scomparsa, ma in una rara immagine di novant’anni fa è ancora distinguibile a destra dell’oratorio di San Rocco, anch’esso sparito.

Nel 2020 vennero completati i lavori di recupero delle mura castellane sopravvissute e del suggestivo camminamento panoramico, portati avanti dal Comune di Arezzo. Dalla parte più alta dell’antico castello abbaziale si può godere di un meraviglioso panorama sui tetti di Quarata, con lo sguardo che si perde fino a Ponte Buriano e all’inizio del Valdarno Aretino. Una preziosa cartolina del territorio aretino da conservare con cura.

Il castello di Quarata: le immagini

Il castello di Quarata: storia e segreti dell'antico insediamento

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