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Arezzo - Concerti in piazza nei giorni feriali: esiste un punto d'incontro?

Ad Arezzo il dibattito sulla possibilità di organizzare concerti in piazza estivi, specialmente nelle notti di lunedì e martedì (quelle meno vivaci) si ripete ogni anno nell'imminenza della stagione estiva e puntualmente non trova una soluzione...

Ad Arezzo il dibattito sulla possibilità di organizzare concerti in piazza estivi, specialmente nelle notti di lunedì e martedì (quelle meno vivaci) si ripete ogni anno nell'imminenza della stagione estiva e puntualmente non trova una soluzione.

Leggendo i giornali e parlando con i protagonisti, parrebbe che il succo del problema sia quello di piazza San Francesco, dove chi gestisce il Caffé dei Costanti vedrebbe nella buona musica pop un'opportunità per aumentare la clientela nei giorni di bassa e racimolare quei soldi che servirebbero come l'acqua nel deserto per mantenere aperto un esercizio la cui gestione è molto onerosa.

Se si considera che in inverno gli incassi sono al minimo, tanto che di lunedì e martedì lo storico Caffé aretino rimane chiuso, si comprende come il numero dei clienti estivi possano fare la differenza tra l'apertura e la chiusura.

La questione intorno ai decibel non ha molto senso, anche perché non si può silenziare un concerto, che altrimenti diventa ridicolo; quindi la decisione da prendere è: concerti sì o concerti no, e fino a che ora.

Intendiamoci: i residenti hanno certamente i loro diritti e tra questi anche quello di poter dormire nelle notti che precedono i giorni di lavoro, e non è vero, come sostiene Marinoni (direttore di Confcommercio Toscana), che certe pratiche aumentano la presenza dei turisti in città (a meno che non si considerino tali gli abitanti di Subbiano o Monte San Savino).

Siccome Arezzo ha sofferto per anni la chiusura del suo caffé più noto, è giusto che si pensi prima di tutto a come fare per mantenerlo in esercizio e se per far questo serve qualche concerto bisognerà che i (pochissimi) residenti della zona se ne facciano una ragione. Così la soluzione non può essere altro che quella di trovare un orario capace di mettere tutti d'accordo con un compromesso "politico". A questo proposito credo che 21,15 - 23,30 per un paio di sere a settimana possa essere il limite temporale giusto. Un concerto di un paio d'ore, se non è di musica rock dura, ma di brani pop anni settanta/ottanta, è certamente sopportabile, sopratutto se a suonare/cantare sono dei bravi professionisti e non dei dei cialtroni improvvisati.

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