rotate-mobile
ArezzoNotizie

ArezzoNotizie

Redazione

Al Petrarca Sgarbi, puzzo, ma sopratutto Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo

Ieri sera al Petrarca di Arezzo si è respirata nuovamente aria di teatro vero. E' ancora una grande sensazione, alla quale si fatica ad abituarsi dopo dieci anni di attesa. C'era l'ospite vip di turno sul palco del Sindaco Ghinelli, quel Vittorio...

Ieri sera al Petrarca di Arezzo si è respirata nuovamente aria di teatro vero. E' ancora una grande sensazione, alla quale si fatica ad abituarsi dopo dieci anni di attesa. C'era l'ospite vip di turno sul palco del Sindaco Ghinelli, quel Vittorio Sgarbi che aveva da poco visitato gli affreschi di Piero della Francesca in restauro (all'intervallo era già abbondantemente scomparso...) e c'era la solita puzza (quasi insopportabile) di fogna che esala dall'impianto di riscaldamento le cui bocchette sono posizionate sotto le poltrone (problema assolutamente da risolvere). Ma sopratutto c'era "Qualcuno volò sul Nido del Cuculo", una sua versione italiana voluta e realizzata da Alessandro Gassman con la traduzione di Giovanni Lombardo Radice e l'adattamento di Maurizio de Giovanni.

qualcuno..

Due ore e quarantacinque di buon ritmo con attori all'altezza del compito e scene e luci tradizionali, ma di alto livello. Il vecchio romanzo di Ken Kesey (1962), fa sempre la sua figura nella trasposizione teatrale di Dale Wasserman, anche se di certo non raggiunge la clamorosa efficacia del film che ne trasse Milos Forman nel 1975 (magistrale Nicholson nei panni del matto non matto).

Ecco, se c'è un difetto nello spettacolo italiano, è l'aver seguito passo passo i personaggi del film. E' mancato forse un po' di coraggio, anche se sentire un protagonista che parla napoletano e un personaggio secondario che recita in un romagnolo irresistibile è già un po' spiazzante. Diciamo che si poteva fare a meno di imitare perfino i balbettii e le pettinature del film...

Qualcuno volò...

Ottima l'idea (e qui sì che il coraggio non è mancato) di utilizzare le videografie (una sorta di olografie) di Marco Schiavoni, davvero spettacolari ed efficaci nell'enfatizzare momenti fondamentali della trama, altrimenti difficili da rendere altrettanto bene sul palco.

Il finale, poi, trascina il pubblico come accade nel film. E' difficile resistere alla fuga verso la libertà del gigante finto sordomuto.

Ecco, volendo sintetizzare al massimo, Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo è un inno alla libertà e al riscatto dei cittadini oppressi dal potere costituito. E ha il merito di non finire con la solita vittoria/riscatto del più debole, all'americana, ma di misurarsi con la realtà, dove il massimo ottenibile è forse un pareggio dal sapore dolce amaro.

qualcuno... 5..

Si parla di

Al Petrarca Sgarbi, puzzo, ma sopratutto Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo

ArezzoNotizie è in caricamento