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Venerdì, 19 Aprile 2024
90 + recupero

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A cura di Matteo Marzotti

No per responsabilità e protocolli, ma il futuro sarà anche una questione economica

Rinunciare ai playoff è una decisione tutt’altro che unanime tra i tifosi, ma neanche in società. L’Arezzo oggi rinuncia per i protocolli, gli stessi che potrebbero esserci a settembre

E' stato un 'no categorico' quello dell'Arezzo, fin dalle prime ore in cui si è parlato di playoff facoltativi. Una decisione che è sempre stata motivata come una questione di responsabilità e di protocolli e non per una questione economica. Il responsabile sanitario che non può prendersi sulle sue spalle il peso di un protocollo inapplicabile, le cui parole vanno di pari passo con quelle del patron. Ermanno Pieroni ci ha sperato però che la rotta potesse cambiare. Lo aveva lasciato intendere durante un appuntamento presso la palazzina del Calcit. In cuor suo il diggì sperava in un protocollo più flessibile in grado di far tornare indietro il patron, ma così non è stato. L'Arezzo ad oggi è la prima squadra che non giocherà i playoff pur avendone diritto, in attesa di capire se Piacenza, Sambenedettese e Catania lo faranno. L'Albinoleffe ha trovato i tamponi e giocherà, il Siena nonostante le difficoltà e la penalizzazione che farà retrocedere nella griglia i bianconeri domani inizierà i test. Alla fine le caselle vuote in quella griglia potrebbero essere quattro o forse cinque.

I playoff dividono anche i tifosi. C'è chi vorrebbe giocare perchè la 'roulette' degli spareggi non si sa mai cosa può riservare. E poi perchè scendere in campo senza tifosi annulla eventuali vantaggi di alcune big e piazze calde, così come la sosta forzata che regalerà un calcio (forse) più lento e ricco di sorprese. Insomma c'è chi credeva nell'impresa anche se questa impone una spesa tra i 90 e i 100mila euro. Cifre snocciolate da uno che con i numeri ci sa fare come Paolo Giovannini, direttore generale del Pontedera, altro club che ha detto no.

Parliamoci chiaro. Rinunciare ai playoff sarà anche una questione di responsabilità e protocolli ma se fossero solo questi i motivi una domanda sorge spontanea. Se a settembre-ottobre, quando partirà la nuova stagione, il protocollo ci sarà ancora l'Arezzo cosa farà? Ed ecco arrivare alla questione economica che non deve mai passare in secondo piano.

Che l'Arezzo stia cercando di limare le spese è evidente. Che il Cavallino abbia attivato la cassa integrazione per tutti i giocatori con ingaggi sotto i 50mila euro lordi a stagione è cosa nota, così come la speranza di raggiungere un accordo con chi guadagna sopra tale cifra. Evitare i contenziosi è un obbligo così come poi far fronte alle scadenze che il Coronavirus e i vari decreti hanno posticipato a settembre e non certo cancellato.

Forse sarà proprio questo il playoff da giocare e da vincere perchè come spiegato anche dal presidente del comitato Orgoglio Amaranto recentemente le spese hanno superato le entrate ed 'il bilancio è importante'. Concetto antipatico ma che anche Pieroni ha evidenziato spiegando come 'La Cava non può essere lasciato solo in una serie C così come è strutturata'.

Rinunciare ai playoff se comporta solo la sconfitta a tavolino non è un male o un boccone così amaro da mandare giù, se può servire a concentrare le forze e a garantire un futuro senza tempeste.

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