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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Matteo Marzotti

Arezzo è l'ora di cambiare: ma come?

Lasciare la strada del 4-2-4 è un'ipotesi ma passare al 4-3-3, o al modulo con una mezza punta, potrebbe rivedere anche delle gerarchie. Servono punti contro l'Albinoleffe

Il day after di Arezzo-Juventus è un insieme di dubbi e interrogativi che possono essere riassunti da un'unica domanda: come e cosa deve cambiare questo Arezzo? C'è un ko che fa rumore perchè questo Arezzo tranne che nel primo tempo con il Lecco non è riuscito a ripetersi. E dire che il gol di Foglia aveva illuso, aveva fatto pensare ad un "Lecco bis". Poi è andata come è andata tra errori, errori di squadra e individuali (dal dischetto e non solo) con la costante di una squadra che ha attaccato a testa bassa senza tuttavia cambiare passo.

La costante delle prime quattro giornate non è stata certo la formazione falcidiata da infortuni che hanno colpito ben otto giocatori, quanto semmai quel 4-2-4 che adesso è finito sotto i riflettori della critica. Contro la Pianese erano arrivati i primi indizi, contro la Pergolettese la conferma che un modulo così, quando affronti squadre con la difesa a cinque si infrange e non sfonda, e che senza alternative alla ricerca della profondità sulle corsie laterali diventa dura.
La Juve ha solo dimostrato che anche un 4-4-2 (e un 4-2-3-1) può limitare e non poco.
Inutile girarci intorno: non fare punti con l'Albinoleffe in casa aprirebbe la crisi e allora è necessario cambiare finchè si è in tempo.

Cambiare si, ma come?

Bella domanda da fare ad una squadra che supera le trenta unità con oltre dieci elementi in attacco, mediani per lo più di contenimento, una infermeria affollata e poco tempo per preparare il prossimo incontro.
L'idea di puntare su un 4-4-2 con esterni prettamente offensivi avrà avuto il suo peso in sede di mercato, implementando il reparto offensivo. Adesso però serve una svolta e le ipotesi di un 4-3-3 o 4-3-1-2 non sono da scartare anche se di fatto andrebbe a sconfessare certi innesti o a rivedere il ruolo (almeno all'inizio) di alcuni elementi.

Il 4-3-3 punterebbe ancora forte su Belloni, l'uomo ideale per giocare sugli esterni che a giugno sembrava in partenza per motivi di budget e che poi è diventato un punto fermo. Però il primo effetto del tridente sarebbe quello di togliere dall'undici titolare uno tra Cutolo e Gori e, guardando alla formazione di ieri, uno tra Piu e Rolando.
Il beneficio sarebbe in mediana dove Foglia potrebbe tornare a fare il "guastatore" pronto ad inserirsi trovando poi aiuto in fase di copertura da altri elementi come Volpicelli, Benucci, Picchi o Raja. C'è un però ed è quello relativo al play: un regista puro non c'è, ma ci sono giocatori adattabili, Tassi in primis.

E il 4-3-1-2 già tilizzato lo scorso anno da Dal Canto? Si torna lì, il regista puro non c'è ma si può trovare, però a quel punto sarebbero da rivedere le posizioni degli esterni offensivi. Rolando a Gozzano si è messo in luce proprio da trequartista, Cutolo ci può giocare e anche Belloni, anche se l'impiego dell'ex Inter in quel ruolo ha portato critiche al predecessore di Di Donato.
Le domande non mancano, ma il tempo per trovare soluzioni non è molto.

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