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La terapia intensiva pneumologica del San Donato raddoppia. Scala: "Qui anche i pazienti con long covid"

Antonio D'Urso direttore generale Ausl: “Intervento importante che fa parte di un ambizioso programma di lavori che coinvolgeranno tutto l'ospedale San Donato già nel 2022.”

Arrivano dal pronto soccorso, o dalla rianimazione, oppure ancora sono coloro che sono diventati negativi al test del Covid ma hanno una serie di difficoltà respiratorie di lungo periodo. Sono i pazienti che per tutta una serie di caratteristiche affluiscono al reparto di terapia intensiva di pneumologia. Questa unità all'interno dell'ospedale San Donato di Arezzo avrà un rappoddio di posti letto passando da 4 a 8. Ad annunciarlo il direttore generale dell'Asl toscana Sud Est Antonio D'Urso insieme al direttore del reparto Raffaele Scala.

“Si tratta di un intervento molto importante - ha dichiarato il direttore generale D'Urso - che giunge in un momento delicato in cui ancora siamo in piena ondata pandemica, ma che rappresenta un segnale forte per tutta la sanità aretina. Il raddoppio dell'Utip di Pneumologia, che passa da 4 a 8 letti, è parte di un ambizioso programma di lavori che coinvolgeranno l'ospedale San Donato per tutto il 2022. Interventi strutturali, di aggiornamento tecnologico e di potenziamento dei servizi. In particolare questa operazione ha differenti e positive ricadute su tutta l'organizzazione dell'ospedale: in primis diamo un servizio di qualità a quei pazienti con grave handicap respiratorio, dall’altra costituisce motivo di razionalizzazione delle spese sanitarie in quanto i costi di un paziente in Utip sono più bassi di quelli di Terapia Intensiva, infine, grazie a questa riorganizzazione dell'Utip siamo in grado di mantenere un numero maggiore di posti letto liberi proprio in TI e Rianimazione per pazienti che richiedono assistenza respiratoria, e in questa fase di emergenza Covid questo è un grande risultato.”

“Il nuovo Utip è anche un impegno organizzativo per tutto l'ospedale - ha detto D'Urso - qui saranno impegnati più infermieri, ma servirà anche per sostenere al meglio sia il Pronto Soccorso, ricoverando pazienti che altrimenti dovrebbero restare in attesa creando ulteriori problemi ad una struttura già sotto pressione, sia alla Rianimazione lasciando posti letto disponibili. Questa diventerà una riabilitazione pneumologica intensiva che chiuderà l'anello assistenziale per i pazienti critici dopo la dimissione dall’Utip e prima del ritorno a casa. Sarà la prima riabilitazione pneumologica ad alta intensità della Toscana sud est.”

“Ricoveriamo qui pazienti che hanno una grave insufficienza respiratoria e che hanno bisogno di un trattamento ventilatorio prevalentemente, ma non esclusivamente, non invasivo - ricorda il direttore di pneumologia Raffaele Scala. Gli accessi all'Utip di norma avvengono dal pronto soccorso o dalla Rianimazione. Chi arriva dal pronto soccorso ha bisogno di una intensificazione delle cure, chi giunge da Rianimazione è qui dopo una stabilizzazione ed ha sempre necessità della ventilazione e di un attento monitoraggio. In Utip, infine, trovano collocazione anche pazienti ad alto rischio che devono essere sottoposti a procedure interventistiche pneumologiche".

“Il Covid - ha concluso Raffaele Scala - ha aggiunto una terza strada per arrivare all’Utip: il long Covid. Pazienti che continuano ad avere difficoltà respiratorie dopo la guarigione dal contagio per l’effetto devastante che la malattia ha causato sul funzionamento dei polmoni. Sono pazienti che rimangono collegati al ventilatore meccanico talvolta per mesi. Gli obiettivi principali dell’Utip  - ha ricordato Scala - sono quindi quello di evitare la intubazione tracheale, la ventilazione invasiva  e  il trasferimento in Rianimazione e dall’altro  far riprendere ai pazienti dipendenti dal ventilatore 24 ore su 24 la capacità di respirare autonomamente. Si tratta dell’unico centro della Ausl Toscana sud est che lavora proprio con centro specialistico di 'svezzamento' dalla ventilazione".

I pazienti in Utip nel 2019 sono stati 200, nel 2020, anno inizio pandemia si è registrata una lieve flessione con  170 casi ricoverati. Dalla sua istituzione, circa 10 anni fa, sono stati trattati 2500 pazienti, evitando a oltre l'80% di loro l’intubazione, e al 65% la ventilazione meccanica, e 400 pazienti sono stati avviati a trattamento domiciliare con ventilatore meccanico.

SCala e durso 3  (1)

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